Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mille in fila per la casa

Fonte: L'Unione Sarda
26 agosto 2013

L'EMERGENZA. I 3300 appartamenti comunali sono tutti occupati

 

Dal 2011 assegnati solo 17 alloggi popolari Il sogno si è avverato, negli ultimi due anni, soltanto per diciassette famiglie. Per altre mille le chiavi di un alloggio comunale restano un miraggio. In graduatoria da anni, sono 638 le persone che hanno richiesto un appartamento e altre 327 si accontenterebbero di una “casa parcheggio”, priva degli standard abitativi perché meno di 42 metri quadri. Soluzione temporanea che per tanti è diventata invece definitiva.
L'EMERGENZA «I numeri inquadrano parzialmente l'emergenza - spiega Marisa Depau, consigliera comunale di Sel e vicepresidente della Commissione Alloggi - perché molte famiglie hanno perso la speranza e rinunciano a iscriversi alle liste». La domanda e l'offerta sono quindi ben distanti e la situazione rischia il collasso. I 3300 appartamenti comunali (a cui se ne aggiungono altri 3400 regionali, proprietà di Area) sono tutti occupati e la graduatoria scorre a rilento, frenata anche da subentri irregolari e occupazioni illegali. E così, come confermato dall'ultimo censimento Istat, tutto fa casa: 114 nuclei familiari condividono l'alloggio di parenti e amici e altri 147 vengono ospitati nei dormitori della città. In 57 non hanno neanche questa fortuna e vivono in garage, scantinati e capannoni abbandonati. «Se non riusciamo a soddisfare i bisogni primari dei cittadini a che serviamo noi politici? - dice la Depau - questa amministrazione si è limitata a portare avanti progetti varati nelle consiliature precedenti senza pianificarne di nuovi e aumentare il numero di alloggi da offrire».
IL PIANO TRIENNALE I 44 appartamenti previsti dal Piano triennale delle opere pubbliche in via Donizetti e via Flumentepido sono quindi una goccia nel deserto e la richiesta di un grande piano di edilizia popolare diventa bipartisan. «La città ha bisogno di almeno 200 nuovi appartamenti - aggiunge Gianni Chessa, consigliere comunale dell'Udc -, distribuiti però su tutto il territorio per favorire un processo di integrazione che ha avuto ottimi risultati in via Carrara e via Gianturco, a pochi metri da piazza Repubblica. O in via Corsica e via Venezia. Sarebbe un errore aggiungere lottizzazioni popolari in rioni già disagiati come quelli di Is Mirrionis e San Michele. Così si costruiscono ghetti sempre più grandi e isolati, dove degrado e illegalità crescerebbero di pari passo».
«Non possiamo più accampare scuse - prosegue la Depau - la città ha tante aree idonee all'edilizia popolare: penso agli spazi di via Tuveri, via Po e via Crespellani, ai terreni dell'ex mercato ortofrutticolo di viale Monastir e a via dei Valenzani. Costruire si può e lo si deve fare subito. Anche a costo di accendere un mutuo per sostenere le spese non inserite attualmente in bilancio».
Luca Mascia