SERIE A»IL COUNT DOWN
Ultimo capitolo della telenovela stadio: oggi in Comune la firma della convenzione, entro cinque giorni l’inizio dei lavori
Il presidente rossoblù E’ importante tornare a casa, è uno stimolo in più per una squadra che ha le qualità per fare molto bene
di Mario Frongia wCAGLARI «Il 22 settembre con la Sampdoria giochiamo al Sant’Elia». Parola di Massimo Cellino. La Giunta comunale di Cagliari ha dato il via libera alla delibera sulla concessione dello stadio al club rossoblù. Si chiude così l’estenuante telenovela. I rossoblù - eliminati dalla Coppa Italia di fronte a 70 spettatori nella desolante solitudine del “Rocco” di Trieste: indigesto antipasto di inizio stagione - tornano nell’impianto di via Vespucci. E anche in tempi brevi: i lavori dovranno concludersi entro 60 giorni dall’assegnazione. «Ho avuto garanzie sull’iter dagli amministratori. Mi batterò per accelerare il rientro di squadra e tifosi in città» dice il patron. Insomma, fatti i debiti scongiuri, si chiude senza ribaltoni - ad esempio, l’improbabile rientro all’Is Arenas di Quartu - una questione decisiva per il campionato di Conti e soci. Una storia di sport e di civiltà, sportiva e no: il Cagliari è l’unico club italiano che vive da zingaro per il secondo anno di fila. Al netto delle responsabilità, un caos faticoso e insostenibile. Sia per la difesa della permanenza in A, sia per i significati che l’undici di Lopez riveste per i tifosi sardi. Un happy end che fa tirare un sospiro. Se tutto fila liscio, oggi si firma la convenzione ed entro cinque giorni si apre il cantiere. I dubbi? Su tempi, pareri e autorizzazioni della Commissione provinciale di vigilanza: le procedure sono seguite dalla municipalità. L’accordo è di un anno, rinnovabile. Il comune spende 500 mila euro per sistemare spogliatoi e tribune (70 mila euro), disabili (60 mila), autorità (60 mila), tribuna centrale (40 mila), settore ospiti (40 mila), barriere metalliche (30 mila), manutenzione torri faro (15 mila), sala Gos sicurezza (35 mila), allacci acqua e fogne (25 mila), copertura in legno (25 mila), prefiltraggio (20 mila), rimozione tabellone (15 mila), recinzioni (cinquemila) e gruppi elettrogeni (20 mila). Il club installa le tribune in tubi innocenti e paga un canone di 120 mila euro. Ora, è decisivo chiudere l’iter che permetterà l’ingresso degli operai al Sant’Elia. Se i tempi verranno rispettati, il calcio di serie A torna in Sardegna. Non dovrebbe essere una notizia, ma di questi tempi e con i recenti andazzi, vale uno scudetto. «Sono sollevato. Al Comune devo ringraziare l’ingegner Mario Mossa e la dottoressa Cristina Mancini. Senza la loro determinazione saremmo ancora al palo. Invece, possiamo finalmente procedere. Quartu? Era mio dovere - spiega il presidente del Cagliari - rispondere al loro invito». Sul rientro al Sant’Elia si ipotizza un’apertura della tribuna centrale - per poche migliaia di spettatori - per la sfida ai doriani. Sette giorni dopo, il 29, con l’Inter dovrebbe essere agibile - per un totale di oltre seimila posti a sedere - anche la curva Nord. Intanto, dalla Spagna sono in arrivo i tunnel prefabbricati che permettono l’accesso dei tifosi alle tribune. Sono fuori dalla convenzione sia le aree della Medicina dello sport, sia il “Pallone” di Italia ‘90. Una squadra vincente. Massimo Cellino lascia trapelare entusiasmo anche sul fronte sportivo. «Adesso che possiamo pensare di giocare di fronte ai nostri tifosi, e nella nostra città, saremmo un osso duro per tutti. I ragazzi venderanno carissima la pelle». Su Nainggolan e Astori, il patron blocca ipotesi di cessione. Ma dietro tanto denaro potrebbe ripensarci. Con le note spasimanti (Inter e Napoli) potrebbero riapparire anche Juve e Roma.