Incontro e spettacolo
D ietro le rappresentazioni sceniche «esiste un universo di studio e ricerca che affonda le sue radici in un passato lontano quanto il teatro stesso. Anche il pubblico, sia quello più addentro che quello dei fruitori alle prime armi, nutre una sana e robusta curiosità sul lato teorico dell'arte scenica, vuole imparare e capire meglio».
Con questa logica la compagnia degli Intrepidi Monelli presenta a Cagliari “Carissimi Randagi”, incontri culturali aperti a tutti a cui saranno invitati, come relatori, «i maggiori esponenti del teatro di ricerca italiano, artisti di scena e teorici del teatro, di differenti generazioni ed esperienze, per discutere e confrontarsi sull'argomento ricerca; senza soffermarsi sulle contingenze economico politiche del settore spettacolo, ma piuttosto con l'intenzione di arricchirsi ed arricchire».
In questo primo appuntamento ecco “RetroScena”, un incontro con l'attore e regista Claudio Morganti, che ha ottenuto nel 2012 il Premio Ubu alla carriera “per la coerenza e l'ostinazione di un percorso artistico, laboratoriale e intellettuale che attraverso la fondamentale distinzione tra teatro e spettacolo, elaborata anche nel serissimo metodo Morg'hantieff, riafferma l'autonomia poetica della scena”. Morganti presenterà, in anteprima, il video backstage di “Ombre”, il suo ultimo lavoro. L'incontro e lo spettacolo sono fissati al Ghetto venerdì 23 alle 20 (ingresso gratuito).
“Ombre”, firmato e interpretato da Morganti e Rita Frongia, vede in scena anche Gianluca Balducci, Francesco Pennacchia, Antonio Perrone, Gianluca Stetur, Grazia Minutella. Riprese di Rita Frongia, Francesca Guerrini,Gianluca Stetur e Patrizio Esposito. «I cinesi dicono che le ombre racchiudono anime. Il fatto che abbiano pensato ad un telo (il “telo della morte”) verticale, bianco e perfettamente liscio che le possa catturare, non è atto di presunzione ma di misericordia», si legge nella presentazione. «Il telo della morte è il luogo dove le anime tormentate dei tormentati corpi terreni possono trovare un po' di pace nella loro forma purificata. Lì possono sostare piene e compatte. In cambio ci regalano tutta la forza del loro dramma».