SOTTO TIRO FIORIERE E RECINZIONI
di Stefano Ambu
CAGLIARI Meno trentatré giorni alla visita del Papa: c'è chi lavora per abbellire la basilica di Bonaria. E c'è chi si diverte a devastarla. L'altra notte l'ultimo raid: 4 fioriere buttate a terra davanti all'ingresso principale della chiesa. Due si sono rotte. Non basta: un attacco è stato sferrato anche alla recinzione del cantiere degli interventi in corso per rendere più bella la facciata. Risultato? Sette "fogli" sono stati messi dissaldati e messi ko. L'ultima perla: cassonetti della spazzatura rovesciati davanti al muretto della rotonda. Motivazioni? Non ce ne sono: pura voglia di distruggere. Un blitz che fa male soprattutto perché il santuario è il motivo che ha spinto il pontefice a visitare Cagliari il 22 settembre: Buenos Aires, la capitale del Paese del nuovo Papa, deve il nome alla Madonna di Bonaria. La scoperta è stata fatta all'alba da restauratori e operai che da settimane sono impegnati negli interventi di restyling. Prima sorpresa, le fioriere: gettate sul pavimento del sagrato. Gli addetti le hanno rimesse su, risistemato terriccio e piante. Ma i danni ci sono. Il resto, nella rotonda: chi ha buttato giù la recinzione non lo ha fatto per entrare nel santuario (non c'è traccia di tentativi di ingresso), ma forse solo per noia. Idem come sopra il rovesciamento dei cassonetti. I danni non sono ingenti: la stima è di qualche centinaio di euro. Ma rimangono amarezza e preoccupazione: «Non è la prima volta- spiega padre Giovannino Tolu- vorremmo che questo luogo fosse per tutti oggetto di devozione o quantomeno di rispetto. I lavori erano stati programmati prima dell'annuncio dell'arrivo del Papa. Certo, ora che siamo vicini al traguardo ci dispiace vedere queste cose». Non solo blitz vandalici, ma anche chiasso e amore in auto davanti alla basilica. «È successo – racconta Massimilano Desogus, restauratore impegnato nei lavori nella cappella interna e nella facciata - una volta all'apertura del cantiere, alle 6.30: giovani nudi all'interno della vettura posteggiata nella rotonda. Questo spazio merita senz'altro un altro tipo di rispetto: la rotonda è un posto troppo appartato, bisogna fare qualcosa». Padre Tolu ha già inviato una richiesta al Comune. «Ci vorrebbero delle telecamere- spiega - o un divieto di accesso alle auto con i dissuasori a scomparsa o con una sbarra almeno durante la notte». Prime reazioni dalle istituzioni. «Atto ignobile - ha detto il governatore Ugo Cappellacci- un gesto incivile verso un luogo il cui significato rappresenta un simbolo spirituale per tutta la Sardegna e non solo per i cattolici». Nel manifestare l'auspicio che quanto prima i responsabili siano individuati, la Regione Cappellacci offre po «la disponibilita' a intervenire affinche' sia assicurata una maggiore custodia della basilica».