Il Diavolo sulla Sella
di
Gianfranco Carboni
Mercoledì 14 Agosto 2013 | 00:00
Compro ORO ed ARGENTO. La tristezza ti avvolge come miele. Capita per caso di imbattersi in qualcosa che ti scatena un senso di nausea. Passi per una strada e noti una decina di persone, alcune si nascondono, altre fanno finta di esser lì per caso. Traspare dal loro viso un senso di umiliazione. Di chi sta davanti ad una serranda ancora chiusa ed ha una gran fretta. Curiosità. Dai uno sguardo vedi l'insegna: Compro Oro. Va di pari passo l’idea che chi sta lì, facendo finta di nulla, con il magone in gola, vende qualcosa di caro. Allora ti viene in mente il dolore di chi è defraudato degli "ori" di famiglia. Nel subire un furto il dolore non sta tanto nel valore materiale, sta nel averti strappato qualcosa di caro, non il valore in denaro ma i ricordi. E’ tremendo che siano rubati, immaginiamoci dover scientemente cedere: il ricordo della mamma, un regalo del marito, la fede nuziale, i ricordi della cresima, del battesimo, il compleanno, il primo regalo del fidanzato o della fidanzata. Ti strazia il cuore. Tutto regolare chiaramente. Anche se il “compro” hanno invaso la città. Compaiono una moltitudine di negozi e negozietti “Compro Oro”. Una chiara ragione di mercato. Vendono in tanti e ti prende il cuore. Lo divora, vedere le file di persone che, nascondendosi il viso, attendono il loro turno. Vendo oro, chiedo un pasto, ti mangia l’anima in un misto di comprensione e rabbia. Ridotti male. Pochi ricchi e, sempre più, uomini e donne che non riescono a tirare avanti è una realtà oggettiva, visibile. Distrugge più di tutto: perdere la dignità. Fare la fila per i Compro e Argento, poi che vendo l’anima?. Allora la tristezza ti avvolge come miele sapendo, che con il passare del tempo sarà sempre peggio.