Rassegna Stampa

Altravoce

Un nuovo capogruppo “troppo a sinistra” Cagliari, tensioni nel Pd al Comune dopo la scelta di Depau

Fonte: Altravoce
11 aprile 2008

di Ennio Neri

Banchi agitati nel Pd a Cagliari e minacce “moderate” di scissione. Goffredo Depau, detto Ninni, è il nuovo capogruppo in Consiglio comunale. Cinquantasettenne, provenienza Ds, (corrente Fassino e Cabras), sostituisce Marco Espa, («eticamente» obbligato alle dimissioni), impegnato anche sul fronte regionale dopo l'ingresso di Eliseo Secci nella giunta Soru. È stato eletto martedì e contestato subito dopo: per il centrista Marco Piras, Depau è troppo schierato a sinistra.

La nomina verrà formalizzata nel corso della prima seduta consiliare, la settimana prossima, dopo le elezioni, ma la strada per il nuovo capogruppo si annuncia tutta in salita. Guidare il gruppo Pd in una fase politica difficile e in continua evoluzione, sia dentro il partito che dentro lo schieramento, non sarà certo agevole. Oltretutto a Cagliari, città dove il centrosinistra non ha mai vinto e governato.

Come se non bastasse, quella di Depau non è stata un'elezione indolore. Anzi. Il voto di martedì ha lasciato sul campo malumori e mal di pancia che da tempo covavano tra i banchi del in partito di Veltroni. Ds e Margherita cagliaritani hanno partecipato (tra i primi casi in Italia) alle elezioni con la lista unica dell'Ulivo, ma le inquietudini cominciano già alle primarie, con la vittoria di Gianmario Selis al di sotto delle aspettative e a lasciare più di qualche dubbio. Il successo del centrosinistra alle politiche di aprile aveva fatto ben sperare, ma le urne comunali premieranno Floris e il centrodestra.

La nomina iniziale a capogruppo di Marco Espa, al posto dello sconfitto Selis (rarissimi i suoi interventi in Consiglio), ha riacceso i conflitti a corrente alternata e fino a oggi troppo spesso il gruppo ha dato l'impressione di agire in ordine sparso e senza la necessaria coesione: il risultato è stato un'opposizione blanda e poco convincente, pur con qualche sussulto d'orgoglio. E l'elezione di Ninni Depau, al momento non schiarisce ancora i dubbi.

Martedì due consiglieri (Marco Piras e Marisa Depau) non hanno partecipato al voto, mentre Lorenzo Cozzolino ha votato per la stessa Depau. Ma se la diffidenza di Marisa Depau è legata soprattutto al programma (non condivide la linea del Pd e di Ninni Depau sulle politiche per la casa, chiedendo tolleranza sui morosi più poveri e promuovendo la conversione del patrimonio finalizzata alla creazione di nuovi alloggi), quella di Marco Piras, “democristiano” ex Margherita ed ex Udc, si rivela squisitamente politica. Piras non lascia il gruppo, nessuna scissione, però «diciamo che al momento nel Pd non mi sento a casa mia», annuncia polemico.

«Io, Marisa Depau e Lorenzo Cozzolino ci troviamo in una situazione difficile e non siamo entusiasti della nomina di Depau. Per carità, nulla di personale contro il nuovo capogruppo, che è indubbiamente una persona capace e preparatissima. Ma lui cerca cucire con la sinistra radicale, mentre io sono un centrista che guarda all'area moderata. La mia è una fase di riflessione e, ripeto, in questo periodo nel Pd non mi sento a casa mia».

L'idea è che quanto accade in Consiglio comunale a Cagliari, possa poi ripercuotersi in Regione al momento della scelta per il candidato del 2009. L'opzione Soru potrebbe scatenare l'esodo dal Pd di parte della Margherita e forse anche dei duri della corrente di Cabras. Ufficialmente Marco Espa è ancora il capogruppo, ma Ninni Depau parla già da leader. «Diciamo di sì, alla ripresa formalizzeremo, ora siamo distratti dalla campagna elettorale. Quello che è accaduto martedì rientra nella normale dialettica democratica. Ricordo poi che quello del Pd è progetto ancora da costruire, dato stavamo per eleggere o segretari provinciali, ma abbiamo dovuto spostare tutto per le elezioni».

Scettico sull'ipotesi di nuove scissioni in vista: «Ho molta stima dei consiglieri», prosegue, «e proprio perché ho stima non vedo nessuno sviluppo in quella direzione, siamo una delle prime realtà nazionali ad avere la lista dell'Ulivo e io stesso ho avuto l'appoggio dei soriani, segno che nella discussione c'è stato un orientamento slegato da logiche appartenenza, ormai superate».

E ora giù contro la Giunta Floris. «Gli abbiamo dato un po' di fiducia all'inizio», ammette, «ma questi due anni sono stati disastrosi nulla si muove, ma anzi si blocca chi vuole fare qualcosa (l'accordo di programma con Soru, ndr). L'immobilismo è stato l'errore più grande», accusa Depau, «rinvii su tutto: Su Stangioni, le planimetrie interrate, il caso Raggio. Non si è deciso nulla. Abbiamo visto solo fondi elargiti».