Silvana Migoni (Donne al traguardo): l'aiuto col “1522”
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«Non sei sola», recita lo slogan della campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne: al numero di telefono gratuito 1522, attivo 24 ore su 24 e disponibile anche nelle lingue straniere, rispondono le operatrici dei centri antiviolenza disposti ad ascoltare e ad accogliere le donne vittime. Eppure i casi di denuncia, sebbene in aumento, sono ancora troppo pochi rispetto al numero di violenze subite: solo il 4 percento delle donne, secondo il Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, ha il coraggio di rompere il muro dell'omertà.
E nel 75 percento dei casi, il loro aggressore è un familiare o un conoscente. «Per questo è ancora più difficile riuscire a denunciare», spiega Silvana Migoni, presidente del Centro antiviolenza Donne al traguardo, «si tratta spesso di donne “abituate” a vivere la violenza, quindi non riescono a percepirla come tale».
Però, sia che sia sessuale, fisica, psicologica oppure economica, sempre di violenza si tratta, «e per questo va denunciata, dalle vittime o dai conoscenti degli aggressori». Davvero “non sei sola”.
Cinque case protette accolgono le donne (e i loro bambini), di cui 4 nei vecchi capoluoghi di provincia e una nell'hinterland cagliaritano; e poi ci sono i centri di accoglienza, 8 dislocate nelle nuove province più uno a Quartu, e le varie associazioni di sensibilizzazione al problema.
«Anche l'informazione però deve fare la sua parte - osserva Migoni - per esempio non fornendo troppi dettagli in caso di violenze: inconsapevolmente, mentre fa cronaca, sta dando dei suggerimenti ad almeno due, tre aggressori che seguiranno quell'esempio. E non dovrebbe usare espressioni come “crisi di gelosia”, o “delitto passionale”. Quando c'è violenza non può esserci né amore, né passione».
Michela Seu