Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Usi civici, appello al governo

Fonte: La Nuova Sardegna
13 agosto 2013

Gli ambientalisti chiedono interventi contro la legge di riordino appena varata




CAGLIARI La legge regionale sul riordino degli usi civici il governo deve impugnarla davanti alla Corte costituzionale per «lesioni delle competenze dello Stato». È questa la sintesi dell’istanza inviata ieri dalle associazioni ambientaliste (Gruppo d’intervento giuridico, Amici della Terra e Lega anti caccia) al Consiglio dei ministri. Il motivo della richiesta è questo: «La legge, nei fatti, è un nuovo editto delle chiudende ed è destinata a spianare la strada al sacco dei demani civici e alla speculazione immobiliare intorno agli stagni e alle lagune». A fine luglio dopo l’approvazione in Consiglio a larga maggioranza (50 sì, 3 no e 4 astenuti), gli ambientalisti erano subito insorti, contestando la delega ai Comuni di completare entro la fine dell’anno «la ricognizione dei terreni gravati da usi civici e, allo stesso tempo, le amministrazioni comunali potranno proporre permute, alienazioni e trasferimenti dei diritti». Delega – secondo il Gruppo d’intervento giuridico e le altre associazioni – che «non solo ha cancellato anni di difficile lavoro per ricostruire la mappa degli usi civici, tra l’altro costata milioni di soldi pubblici, ma farà addirittura cadere il vincolo demaniale su quei terreni per cui non è riscontrabile con certezza la presenza dell’uso civico». Per il portavoce delle associazioni, Stefano Deliperi «gli usi civici e i demani civici sono una realtà storica che rappresenta quasi un quinto del territorio isolano e da sempre sono anche una cassaforte che custodisce, a favore delle collettività, insieme all’ambiente risorse socio-economiche». Dunque, sempre per il Gruppo d’intervento giuridico, gli Amici della Terra e la Lega anti-caccia: «Il governo deve intervenire per fermare una nuova speculazione immobiliare». Se questo è il rischio generale, gli ambientalisti sostengono che la legge regionale è destinata anche, come ha voluto la giunta, a far ritornare in vigore la cosiddetta norma scempia-stagni che nei fatti era una sorta di salvacondotto per le costruzioni realizzate a pochi metri dalla zone umide e già impugnata dal governo nel dicembre dell’anno scorso. «È un altro esempio – sostengono le associazioni – di come la Regione cerchi di aggirare leggi e sentenze che hanno riguardato , ad esempio, il contestato palazzo di via Gallinara, a Cagliari, costruito a ridosso del Parco di Molentargius e che deve essere demolito». Alle accuse degli ambientalisti, subito dopo l’approvazione della legge, c’era stata una replica bi-partisan da parte del Consiglio regionale. «Spesso si dimenticano – erano state le dichiarazioni dal Pdl al Pd – quanto la Sardegna abbia bisogno di una vera e propria rivoluzione burocratica ed è quindi compito della politica intervenire quando, per risolvere una situazione per quanto riguarda gli usi civici in cui ci sono migliaia di ettari sottoposti al vincolo senza che ci sia uno straccio di documento che quell’uso civico sia davvero legittimo. Per questo, come disposto dalla legge, i Comuni sono ora chiamati a fare chiarezza». (ua)