MOLENTARGIUS. Ritardi
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La prima cosa che balza agli occhi, nel Parco del Molentargius, sono i cartelli. Nuovi, con colori brillanti e la nuova grafica: un fenicottero stilizzato nell'ingresso cagliaritano dei Sali scelti. Coperti dalla vegetazione, scoloriti e diversi uno dall'altro, invece, nei due ingressi sul versante di Is Arenas. «Se avessi iniziato da Quartu, mi avrebbero accusato di fare favoritismi», si difende il sindaco e presidente del Parco, Mauro Contini, che annuncia importanti novità anche dalla parte di Is Arenas. A partire dai cartelli nuovi, appunto, trenta dei quali sono già stati affissi e altri sono di prossima installazione, «per indicare le opere architettoniche presenti all'interno dell'area», spiega il direttore dell'ente Bruno Paliaga. Altre opere sono in cantiere, come la realizzazione di un Infopoint anche sul versante quartese.
IL PIANO Per abbellire e restituire al parco il decoro che merita c'è però uno scoglio da superare: l'approvazione del Piano del parco da parte di tutti i Comuni dell'assemblea al governo dell'area naturalistica. «All'appello», ricorda Contini, «manca la Provincia, che si appresta a dare il nulla osta, oltre che Selargius e Cagliari»: sono i soli Comuni che ancora non hanno ratificato lo strumento di pianificazione che permette di regolamentare anche le attività dei privati, non solo delle zone pubbliche.
CANCELLI CHIUSI È per questo motivo, spiegano presidente e direttore, che non si può intervenire per eliminare i capannoni di pvc vicino all'entrata di via don Giordi o per imporre la rimozione di opere che stridono con la bellezza dei luoghi o, ancora, per trasformare strade polverose in punti di agevole accesso, come servirebbero a Is Arenas. Sempre in questa zona molti utenti lamentano i cancelli spesso chiusi. «Non dipende dalla Prociv», spiega Paliaga, facendo riferimento all'associazione cui è affidato il servizio di controllo, «ma sono privati che agiscono dove non devono». Mentre l'auspicio di Contini è che si parli di Molentargius, «anche per i tanti aspetti positivi e per il lavoro quotidiano svolto, non solo per quello che rimane da fare».
Mario Gottardi