SALVACOSTE. Patto Regione-ministero
Entro settembre arriverà il “Salvacoste 2.0”. Una versione riveduta e corretta del Ppr originale del 2006, giudicata farraginosa e zeppa di vincoli alla cieca, tipo alt al cemento a meno di 100 metri da qualsiasi edificio di culto (che sia moschea o chiesetta romanica) o dai nidi di mitragliatrice della seconda guerra. Quanto basta per scatenare ondate di polemiche, litigi giudiziari e cantieri sbarrati.
«Ormai il piano paesistico com'era stato ideato non funziona o più. È in fase di rivisitazione per renderlo coerente con le disposizioni del Codice Urbani, tenendo conto dell'esigenza primaria di arrivare ad un modello condiviso col territorio che coniughi l'esigenza di sviluppo con la tutela e la valorizzazione del paesaggio», spiega Massimiliano Tavolacci capo gabinetto dell'assessorato regionale all'Urbanistica. «Il percorso di revisione è arrivato alla fase finale e ogni passo è stato concordato col ministro dei Beni culturali». Nei giorni scorsi il governatore Cappellacci ha incontrato a Roma i tecnici ministeriali per i dettagli di un accordo che sembra a un passo. A settembre si chiude la «procedura di revisione» con la firma di un patto tra Regione e ministero sulle norme di salvaguardia delle coste. C'è chi teme però (come Salvatore Lai, segretario regionale dell'Idv ) un allentamento del sistema delle tutele a protezione del paesaggio. «Niente di tutto questo», anticipa Tavolacci: «I vincoli non saranno toccati. Ma si tratta di stabilire le norme di utilizzo dei vincoli e finora questo era la parte che non era mai stata definita nell'impianto originale».
Sulla crisi dell'edilizia è intervenuto anche il parlamentare del Pdl Salvatore Cicu con un passo ufficiale presso il governo: in un'interrogazione urgente al ministro delle Infrastrutture sollecita una serie di iniziative. Poche misure ma chiare: «Nuove misure di semplificazione e snellimento burocratico, defiscalizzazione alle imprese e sul costo del lavoro; incentivi mirati ai territori in crisi, un piano per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio». (a.ma.)