Commento
di Massimo Ledda
Chioschi in legno con vista sulla Sella del Diavolo, inseriti in un lungomare finalmente ordinato e dotato di servizi adeguati, dove poter mangiare e sorseggiare bibite seduti al tavolino 365 giorni all'anno.
Dopo tante peripezie giudiziarie e burocratiche, i litigi e i rimpalli di responsabilità tra Comune e Regione, quello che appariva un sogno irrealizzabile sembra finalmente prendere forma. Il progetto presentato ieri dal sindaco Massimo Zedda, che della riqualificazione del Poetto e annessa regolarizzazione dei baretti aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale, punta a restituire ai cagliaritani una spiaggia nuova, risorta dalle sue ceneri dopo anni di lassismo e soluzioni pasticciate. Una visione in cui, almeno sulla carta, il rispetto dovuto a un bene ambientale inestimabile si coniuga con un intelligente utilizzo economico dello stesso. Ma siccome le scottature del recente passato consigliano di diffidare delle promesse e aspettare i fatti, è bene tenere alta la guardia e non farsi troppe illusioni.
I nodi da affrontare sono tanti, così come le incertezze giuridiche. Ad esempio ci si chiede: chi è in possesso delle attuali concessioni demaniali entrerà di diritto nella partita o dovrà partecipare a una gara pubblica partendo da zero come tutti gli altri? La risposta, pare, dipenda dalla fascia in cui sorgeranno i nuovi chioschi: se è demaniale, come assicura il Comune, le concessione resteranno valide, altrimenti si dovrà fare un nuovo bando. Si parla di attività molto redditizie: c'è da scommettere che ricorsi e polemiche non mancheranno.