Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dimensionamento bocciato, è il caos

Fonte: La Nuova Sardegna
12 agosto 2013

La direzione regionale ha attuato la delibera annullata: le scuole accorpate, nel sistema meccanografico, non esistono più

DOPO IL TAR»L’ATTESA DI FAMIGLIE E INSEGNANTI




di Alessandra Sallemi wCAGLIARI

Le scuole medie Manno, Cima, conservatorio, le elementari Santa Caterina, l’istituto superiore Deledda sono già spariti dal sistema meccanografico ministeriale, l’insieme del personale e degli alunni fanno già parte integrante delle nuove realtà scolastiche che sono le medie Alfieri e Foscolo, le elementari di via Castiglione, l’ istituto De Sanctis. A partire dal primo settembre il ministero della pubblica istruzione erogherà fondi, assegnerà insegnanti e conterà i soprannumerari sulla base di ciò che, a cominciare da marzo, la direzione scolastica regionale ha programmato in esecuzione della delibera del governo dell’isola sul dimensionamento scolastico. Al di là delle singole rivendicazioni delle scuole cui il Tar ha riconosciuto il loro diritto a esistere ancora come entità autonome, la sentenza depositata nei giorni scorsi rischia di creare il caos nell’organizzazione dell’anno scolastico imminente. Per fare un esempio, il direttore generale vicario, Francesco Feliziani, spiega che, in una decina di giorni, e soltanto manualmente, bisognerebbe riprendere decine e decine di domande di trasferimento ecc, per ristabilire chi deve andare dove. «La sentenza non ci è stata ancora notificata, aspettiamo, si valuterà la possibilità di impugnare un pronunciamento che ha un impatto enorme sull’ordinato avvio dell’anno scolastico». Dagli uffici della scuola si guarda anche a cosa farà la Regione, che potrebbe impugnare la sentenza del Tar davanti al consiglio di Stato oppure rideliberare sulla rete scolastica messa in discussione dal pronunciamento amministrativo. Gli interrogativi generati dalla sentenza si sommano a quelli provocati dal dimensionamento. Genitori e insegnanti hanno impugnato la delibera della Regione che aveva adottato il provvedimento fuori tempo massimo, quando le scelte delle famiglie basate sull’offerta formativa delle scuole erano già state compiute, spazzando via le motivazioni personali e organizzative di genitori e figli. Il Tar ha accolto i ricorsi su un vizio formale della procedura, la giunta regionale aveva posticipato infatti un passaggio fondamentale: l’acquisizione del parere dell’ottava commissione consiliare che, per legge, avrebbe dovuto raccogliere prima di deliberare, non dopo. Il parere rilasciato dalla commissione era negativo su vari punti e andava incontro alle esigenze delle famiglie, se la Regione avesse dovuto tenerne conto, probabilmente avrebbe rivisto alcune sue scelte. Gli argomenti contrari che circolano nelle istituzioni, per ora perdenti davanti al Tar, riguardano invece altri due aspetti: il parere della commissione deve essere sentito a proposito di diritto allo studio e non di dimensionamento scolastico; la Regione ha deciso ancora una volta sullo stesso tema il 27 giugno scorso con la delibera 24/39 che considera il parere della commissione ma decide comunque di riconfermare il dimensionamento già valutato. Ecco perciò il dubbio: davanti al Tar è stato accolto il ricorso contro la delibera di marzo; quella di giugno, che conferma tutto, non è stata impugnata, quindi che si fa?