BARRACCA MANNA. La polemica: «Il paradosso? Ci viene chiesto di pagare la Tares»
I residenti di via Cala Luna e dintorni: ci sentiamo presi in giro
La bolletta della Tares è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della loro pazienza. Gli abitanti di via Cala Luna e delle strade adiacenti (un rione di Pirri al confine con Monserrato) da quasi trent'anni vivono nel nulla: senza reti fognarie e idriche, tra strade prive di lampioni e manto d'asfalto. Tuttavia, anche per loro, è arrivato puntuale dal Comune il bollettino di pagamento della Tares: tassa che, oltre ai costi di raccolta e smaltimento rifiuti, copre i servizi di polizia locale, anagrafe, ma anche quelli di illuminazione pubblica, manutenzione del verde e delle strade.
«Ci sentiamo presi in giro - dice Giorgio Loi, residente dal 1986 -, le istituzioni si ricordano di noi soltanto quando bisogna sborsare denaro, ma i nostri appelli per avere i servizi fondamentali di ogni cittadino sono rimasti fino a ora inascoltati. Ora l'ultima beffa: pagare per ciò che non abbiamo mai avuto».
Un'esistenza indecente per decine di famiglie quella raccontata da Loi: «Viviamo invasi dal fango d'inverno e dalla polvere d'estate. Ogni due mesi siamo costretti a svuotare i pozzi neri stracolmi di liquami, pagando di tasca nostra i mezzi del Comune e dobbiamo accollarci anche le manutenzioni della rete idrica provvisoria con la quale ci colleghiamo alle tubature di Abbanoa».
Una spesa che si aggiunge a quella già sostenuta per gli oneri di urbanizzazione. «Quando mi trasferii su questi terreni pagai subito cinque milioni di lire per uscire dall'abusivismo - conferma Loi - una bella cifra per l'epoca. Ma anche chi sei anni fa, anche con regolare permesso, ha versato ventimila euro per lo stesso motivo aspetta ancora che quei soldi vengano giustificati».
I residenti di Barracca Manna si sono lamentati per tanto tempo della mancanza di servizi nelle loro strade. Anche se negli ultimi anni, va detto, la maggior parte delle vie sono state urbanizzate.
Luca Mascia