Resta qualche malumore sugli equilibri della convenzione, ma il Cagliari è pronto ad aprire il cantiere
Arriva il voto del Consiglio comunale: ora è corsa contro il tempo
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Il Consiglio comunale dice sì al ritorno del Cagliari al Sant'Elia: ieri sera l'Aula ha approvato la delibera che prevede di concedere l'impianto per un anno - ma il contratto sarà rinnovabile - alla squadra rossoblù e dà mandato agli uffici di sottoscrivere la convenzione preparata nei giorni scorsi dopo settimane di incontri tra i dirigenti del Municipio e i rappresentanti della società di viale La Plaia. Ora tutto è pronto per la firma definitiva e l'inizio del percorso - in verità non brevissimo - che porterà gli operai all'interno dell'impianto. Con trenta voti favorevoli (due astenuti, il presidente Depau e Nanni Lancioni: «Perplesso sulla clausola che prevede la riduzione fino al 75 per cento del canone») il Consiglio ha chiuso la lunga discussione sulla concessione.
CONSIGLIERI TIFOSI Un dibattito in cui quasi tutti si sono scoperti tifosi e tanti - anche i più insospettabili - hanno concluso il proprio intervento con un «forza Cagliari». Tra i consiglieri c'è addirittura ha esultato su Facebook per l'approvazione della delibera, come se la votazione fosse già finita, mentre invece la discussione era appena all'inizio. L'argomento era (ed è) molto sentito e questi dettagli lo dimostrano.
ACCORDO PER UN ANNO Il sindaco Massimo Zedda, nel presentare la delibera, ha spiegato che la convenzione sarà di un solo anno, anche se rinnovabile, «perché arriva in un momento un cui viene programmata la riqualificazione dello stadio. Siamo in una situazione transitoria. Il concorso di idee e la gara pubblica però non vengono meno. Finché non ci sarà una proposta del Cagliari dobbiamo tenere aperte due strade. Spero che nell'arco di un anno un anno e mezzo possano partire i lavori per il nuovo stadio e si risolva il problema».
LE CRITICHE Nonostante l'unanimità, le critiche da parte del centrodestra non sono mancate. «Il Cagliari torna a casa non certo per merito dell'amministrazione comunale, che lo aveva fatto fuggire a gambe levate», ha detto il capogruppo Pdl Giuseppe Farris, che ha precisato: «Votiamo a favore solo per rilevantissimi interessi sociali e economici. Questa proposta è lacunosa e opaca». Giovanni Dore, dell'Idv, ha sottolineato: «Abbiamo recuperato i soldi che la società doveva al Comune e questo è un aspetto molto importante. Tutti siamo tifosi, ma non è possibile permettere di non pagare i canoni di concessione».
Renato Serra, dell'Udc, insieme al collega Gianni Chessa ha parlato di voto «al buio» e ha rilanciato: «Ora il concorso di idee è da revocare». E ancora: Claudio Cugusi (Pd) ha continuato a esprimere più di una perplessità sulla competenza del Consiglio sulla concessione del Sant'Elia, mentre Francesca Ghirra (Sel), ha ricordato che i soldi incassati dal Cagliari «consentiranno importanti sgravi sulla Tares».
LA FIDEJUSSIONE A proposito: ieri la dirigenza del Cagliari ha lavorato alla fidejussione che verrà presentata al Comune per garantire il pagamento del debito di 135mila euro - che ancora i rossoblù devono alle casse municipali - entro la fine dell'anno. Ora è il momento della firma, poi l'approvazione del progetto (che prevede interventi pubblici e privati) da parte della Giunta, il parere del Coni, la convocazione della conferenza di servizi, l'affidamento dei lavori con procedura d'urgenza. In sintesi: il percorso è ancora lungo ma l'obiettivo è sempre quello di riaprire il Sant'Elia, ad almeno 5000 spettatori, entro la fine di settembre.
Michele Ruffi