Continua la guerra nel porticciolo
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«Vogliamo i balli di gruppo, vogliamo la Zumba, vogliamo divertirci. L'arena è di tutti». Sono 500, ripetono lo slogan, per tre volte, prima di lanciarsi in un applauso scrosciante. Dopo l'esposto contro il rumore notturno presentato da Giancarlo Deidda, proprietario dello Spinnaker, a Marina Piccola va in scena una protesta popolare e pacifica.
A dire no allo stop forzato agli appuntamenti del mercoledì e del venerdì sera in prima fila c'è Dolly Cau, animatrice delle notti in riva al mare. «È l'unico posto pubblico dove la gente non paga un centesimo, vengono qui famiglie, ragazzi e anziani. Diamo la possibilità di ballare gratis, non riesco a capire perché questi improvvisi problemi». Sara Corpino, istruttrice di danza, aggiunge: «Ci hanno tagliato le gambe, vorremmo solo continuare a offrire questo servizio». Il pubblico annuisce e parte un nuovo applauso. Confuso tra i manifestanti c'è anche Gianni Onorato, presidente della Motomar, la società che gestisce il porticciolo. «Mi sarei vergognato di presentare un esposto contro la città», sibila, senza nascondere i suoi problemi personali con Deidda. «Speriamo che questa protesta arrivi alle orecchie del nostro sindaco», dice la Corpino al microfono. Poi riparte lo slogan, sempre per tre volte. Un manifestante tiene in mano un cartellone, sullo sfondo bianco spicca la scritta nera Cagliari città turistica che vuole vivere . Flavio Coiana storce il naso: «A qualcuno non sta bene, non creiamo alcun problema. Vogliamo continuare a offrire un servizio che porta qui tantissima gente».
Sara Marci