Le medie Manno, Cima e Conservatorio, le elementari Santa Caterina e il Deledda restano autonomi per il 2013-2014
di Alessandra Sallemi w
CAGLIARI Le scuole medie Manno, Cima, il conservatorio e la scuola primaria Santa Caterina restano autonome e con i loro programmi per l’anno scolastico 2013-2014, lo stesso succede per l’istituto superiore Deledda. Il Tar ha dato ragione alle famiglie e agli insegnanti che si sono opposti al piano di dimensionamento scolastico proposto dal Comune per le medie, dalla Provincia per il Deledda e accolto senza cambiare una virgola dalla Regione, fuori tempo massimo, quando i genitori avevano già iscritto i figli nei diversi istituti. L’udienza di merito si è tenuta il 17 luglio scorso, le sentenze sono state depositate due giorni fa, per le decine di persone coinvolte nella lotta al ridimensionamento della rete scolastica cittadina è un grosso sollievo. Nel ricorso presentato dagli avvocati Rosanna Patta per le scuole medie e Riccardo Caboni per Santa Caterina e Deledda si chiarivano bene le ragioni di una protesta che è andata avanti a oltranza: a termini di legge ampiamente scaduti, infatti, la Regione aveva accolto proposte di accorpamento di scuole storiche che facevano strazio di tutte le scelte compiute dalle famiglie ovviamente attente all’offerta formativa, «carta d’identità» degli istituti, come l’ha definita l’avvocato Patta nel ricorso. Il Tar, però, non ha accolto il ricorso per la bontà delle motivazioni che pure nell’argomentazione della sentenza i giudici hanno dimostrato di apprezzare, bensì un vizio formale della procedura: per legge la Regione deve varare il piano di dimensionamento scolastico dopo aver raccolto il parere «preventivo, obbligatorio ma non vincolante» della commissione consiliare, invece nel caso delle scuole elementari e medie e nel caso del Deledda ha deliberato accorpamenti e smembramenti e soltanto dopo ha inviato i documenti alla commissione. Tutte le altre motivazioni del ricorso sono state “assorbite”: in parole povere, siccome c’era un vizio nelle procedure, i giudici non sono entrati nel merito anche degli altri argomenti portati contro il dimensionamento. Tornando al vizio formale, nel testo della sentenza è accolto un aspetto messo in luce nella tormentata vicenda della scuola Manno: la commissione consiliare aveva espresso parere negativo sul dimensionamento deliberato dalla Regione perché si sceglieva di smembrare una scuola media composta da tre entità (Manno di via del Collegio, Cima di piazza Giovanni e il conservatorio di piazza Porrino da dividere tra le scuole Alfieri e Foscolo)che erano state riunite e riconosciute autonome nel 2009 sulla base di dati come la crescita delle iscrizioni (si è passati da 20 a 26 classi) cui si aggiungono i corsi per gli adulti con una popolazione scolastica complessiva sopra le 800 unità. I numeri per le leggi sull’istruzione pubblica hanno un peso: le scuole da razionalizzare sono quelle sotto i 600 allievi, una scuola non può superare però il tetto dei 900 studenti e, con l’accorpamento previsto, al Santa Caterina assegnato al complesso di via Castiglione si sarebbero andati a raggiungere gli oltre mille iscritti. Non solo: sempre secondo le linee guida sui dimensionamenti, quando si istituisce una nuova autonomia scolastica bisogna valutare il suo rendimento nell’arco di cinque anni. Per la Manno, il Cima e il conservatorio ne sono passati solo tre. Ciò che è stato ampiamente accentuato nei ricorsi è questo: la Regione ha deliberato in ritardo, creando grande scompiglio nelle famiglie, mentre avrebbe potuto lasciare le cose come stavano e mettersi in moto per l’anno prossimo oppure avrebbe potuto stabilire una gradualità nella razionalizzazione mettendo al riparo gli studenti da cambi di insegnanti e incertezza nell’offerta formativa. Infine, calati nella realtà degli studenti disabili, i ritardi della Regione combinati alla fretta di accorpare hanno generato nuovi e non necessari disagi.