VIA CAMPEDA. Opera incompiuta
Vedi la foto
Saranno gli imprenditori privati a finire ciò che il Comune non è riuscito a completare. La piscina di via Campeda nel quartiere di Is Mirrionis aspetta da cinque anni l'inaugurazione, i lavori di realizzazione, costati fino a oggi due milioni e mezzo di euro, sono bloccati. Il cantiere, fermo per il fallimento dell'impresa costruttrice, potrebbe però tornare ad animarsi dopo l'approvazione del bilancio in Consiglio comunale che darebbe il via libera all'intervento di soggetti privati. Nel mentre la vasca da 25 metri resta vuota e l'edificio è diventato meta di raid vandalici.
«Dopo vari intoppi burocratici siamo pronti a terminare la struttura - dice Luisa Anna Marras, assessore comunale ai Lavori Pubblici - grazie a una finanza di progetto coinvolgeremo imprenditori interessati alla costruzione della piscina e alla sua gestione. L'operazione potrà essere però avviata soltanto con l'approvazione del bilancio». Anche in via Campeda si prospetta quindi la stessa soluzione trovata per lo stadio Sant'Elia: un bando di gara al quale parteciperanno soggetti privati con progetti autofinanziati. L'ipotesi piace alla coalizione di maggioranza. «Con un'unica gara d'appalto - conferma Filippo Petrucci, consigliere di “Meglio di prima non ci basta” - si troverebbe un imprenditore capace di ultimare l'impianto e di dirigerlo negli anni avvenire, con un risparmio di tempo e denaro per l'amministrazione. È fondamentale affidare l'incarico a persone capaci e qualificate in grado di affrontare al meglio i problemi logistici e organizzativi che comporta un impianto sportivo di questo tipo. Non possiamo temporeggiare, Is Mirrionis ha atteso per troppo tempo». Il passaggio di testimone dal pubblico al privato non trova invece l'approvazione di Giovanni Chessa (Udc). Fu proprio lui nel 2004, come consigliere della maggioranza, a dare il via al progetto, e oggi chiede che il Comune porti a compimento quello che ha cominciato.
«L'amministrazione non cerchi scuse - dice - ha le risorse necessarie per terminare il progetto e consegnare in tempi brevi a un futuro gestore una struttura pienamente funzionante. Non sono tanti gli imprenditori pronti in questo momento a esporsi economicamente, soprattutto da quando il Comune non garantisce più fideiussioni per facilitare i finanziamenti».
Luca Mascia