COMUNE. La manovra dalla A alla Z, con un piano da 478 milioni
Edilizia popolare, scuole, strade: via libera ai soldi
A come assenze. Non devono essere molti i Bilanci approvati negli ultimi anni con due poltrone, di altrettanti assessorati, vuote. E questa volta addirittura mancava per dimissioni - arrivate per incompatibilità, stabilita da una norma del Governo Monti - il padre della delibera più importante dell'anno, Gabor Pinna, tornato a tempo pieno al suo ruolo di dirigente della Sfirs. Il documento poi è stato approvato mentre il presidente della commissione Bilancio è dimissionario. No: non è mai successo prima.
B come buoni propositi. Certo che dare il via libera a un documento di previsione (per il 2013) ad agosto inoltrato non è un granché. Ma attenzione: è sempre successo, non è colpa di Zedda. Il sindaco ha però annunciato che il prossimo Bilancio di previsione per il 2014 arriverà nei tempi giusti: «Entro il prossimo dicembre», ha detto in aula. Si vedrà.
C come cena. Gli accordi tra i consiglieri sono nati anche durante le pause delle sedute, per calmare i morsi della fame. Normale: per giorni il dibattito è andato avanti sino a mezzanotte. Pochi, però, hanno scelto di mangiare al ristorante. In tempi di spending review, meglio una pizzetta.
D come diminuzione. Quella della Tares, per famiglie numerose (più di 4 persone) e alberghi con ristorante (cioè quasi tutti, a Cagliari), è un po' la chiave di volta dell'intera sessione di Bilancio. Su questo punto è arrivato l'accordo con il Pdl e tutta l'opposizione. E magicamente sono spariti quasi tremila emendamenti, che avrebbero trascinato la discussione per giorni.
E come emendamenti, appunto. La medaglia d'oro per la resistenza spetta di diritto a Gennaro Fuoco, Fli, che mercoledì ha discusso almeno un centinaio di proposte. Tutte bocciate, ovviamente. Ma lui è andato avanti a parlare della Tares per i barbieri e degli aumenti per le pasticcerie. Con una flemma invidiabile.
F come Facebook. Durante la maratona, tra uno sbadiglio e l'altro, tanti consiglieri si sono buttati sui social network. Cercando di fare una piccola cronaca del Consiglio. O forse solo per vincere la noia, che era tanta.
G come Giunta. In un caso il Consiglio ha votato in maniera opposta alle indicazioni del sindaco, per un emendamento sul finanziamento di progetti di partenariato. La cosa fa il paio col voto sui tablet per i consiglieri, a cui l'Aula ha dato il via libera nonostante il parere contrario della Giunta.
H come Housing sociale. La pietra dello scandalo, o se preferite, delle dimissioni. Claudio Cugusi si è dimesso perché i dirigenti hanno dato parere negativo all'emendamento necessario per creare un'agenzia ad hoc. Il sindaco, secondo l'esponente del Pd, avrebbe dovuto spendere - se non soldi - qualche parola in difesa del progetto. Così non è stato, e ora la maggioranza ha un problema in più.
I come Info point. Sono fioccati gli emendamenti per riaprirli. L'argomento è stato usato dal centrodestra per attaccare pesantemente la Giunta. Che ha risposto: nel Bilancio ci sono i soldi per «la costituzione di un vero ufficio del turismo». Ce n'è bisogno.
L come lacci. Quelli del Patto di stabilità ad esempio: il Comune dovrà tenere nel freezer circa 24 milioni di euro. Sono in cassa ma non si possono spendere. Con un importo del genere si possono finanziare, tanto per capire, gli interi settori dell'Istruzione e dei Beni culturali del Municipio.
M come maggioranza. Compatta, specialmente nelle ultime settimane. A cementare i rapporti, il comune malcontento verso la decisione del sindaco di silurare senza preavviso l'assessore Luisa Sassu. Non lo sapevano neanche i consiglieri di Sel, il partito del sindaco. E non l'hanno presa bene.
N come nido. Gli asili comunali avranno 200mila euro in più per azzerare, si spera, le liste d'attesa. L'anno scorso i bimbi esclusi furono 60.
O come opposizione. Ha usato il grimaldello degli emendamenti per ottenere quello che voleva: la propria firma sulla riduzione della Tares, poi arrivata grazie a un documento bipartisan proposto dai capigruppo.
P come Pirri. Alla fine un finanziamento - minimo - per l'autonomia della Municipalità è arrivato. Basterà per calmare i malumori, che si sono tradotti nella "non espressione" del parere sul Bilancio? Molti dicono di no.
Q come quattrocentosettantotto milioni di euro. E' l'ammontare complessivo della manovra di Bilancio. Finanziata per circa un terzo dai tributi comunali. E cioè Imu (61 milioni), Irpef (13 milioni) e Tares (44 milioni).
R come rimpasto. Se ne parla ormai da mesi, e ora è arrivato il momento. Le poltrone da assegnare sono almeno due. Ma potrebbero diventare di più. Intanto, dopo la conferma temporanea da parte del Tar del commissariamento della Provincia, crescono le probabilità che qualche assessore arrivi direttamente da Palazzo Regio.
S come streaming. Il presidente del Consiglio comunale Ninni Depau lo ha ricordato spesso: «Colleghi, c'è lo streaming», cioè la ripresa della seduta rilanciata in diretta sul sito istituzionale del Municipio. Come dire: attenti, ci guardano. Ogni tanto qualcuno se n'è dimenticato.
T come tablet. I consiglieri lo vogliono, perché si risparmierebbe in carta e fotocopiatori. L'Aula spende in cancelleria circa 30mila euro all'anno. E questi costi sarebbero abbattuti. Il sindaco non è d'accordo: il gioco non vale la candela, e poi come farebbe la Giunta che ha tagliato le auto blu a spiegare al proprio elettorato una decisione del genere? Il Consiglio, ad ogni modo, ha approvato una mozione. Chissà se resterà lettera morta o i tablet, alla fine, arriveranno sui banchi di Palazzo Bacaredda.
U come ultimo minuto. I tagli statali hanno costretto gli uffici e la Giunta interventi last minute. In una delle relazioni che accompagna il Bilancio è scritto chiaramente: «Si osserva che al momento sussistono ancora numerosi elementi di incertezza soprattutto in quanto non risultano ancora definitivamente quantificati» i trasferimenti da Roma per l'Imu del 2012. Ecco perché il documento, tra qualche mese, potrebbe essere rivisto.
V come verduraia. Gianni Chessa, ras di Is Mirrionis e dintorni, ha apostrofato in questo modo l'assessore alle Attività produttive Barbara Argiolas. Per il consigliere dell'Udc, intervenuto per chiedere più soldi per i mercati civici, la delega della Argiolas è alla «frutta e verdura». Poi ha spiegato che, ovviamente, non voleva offendere nessuno. Troppo tardi.
Z come Zedda. Ha portato a casa il secondo Bilancio, tutto sommato senza grandi problemi. Ora dovrà ascoltare la sua maggioranza, che con un inquietante politichese chiede «un cambio di passo», ormai da tempo. In altre parole: più spazio e più peso al Consiglio nelle decisioni che contano. Il braccio di ferro, però, è uno degli sport preferiti dal sindaco.
Michele Ruffi