Acquisiti documenti anche all'Ato e all'assessorato ai Lavori pubblici
Il nuovo passo in avanti dell'inchiesta sui conti Abbanoa è arrivato mercoledì toccando tre uffici: gli uomini della Guardia di Finanza hanno visitato la sede dell'ente che gestisce il servizio idrico della Sardegna, l'Ato (l'autorità d'ambito: controlla i documenti e stabilisce tariffe e investimenti di Abbanoa) e l'assessorato regionale ai Lavori pubblici, azionista di riferimento della società. Ordine del pubblico ministero Giangiacomo Pilia, titolare di un'indagine la quale punta a scoprire come sia stato possibile che nelle casse dell'azienda in soli otto anni di vita (la nascita è del 2005) si sia formato un buco nei conti di 800 milioni di euro. Il nucleo di polizia tributaria del comando provinciale delle Fiamme Gialle, agli ordini del colonnello Nicola De Benedictis, ha presentato un “ordine di esibizione di documenti” acquisendo migliaia di pagine riguardanti tutti i bilanci e le scritture contabili dell'ente. Un lavoro andato avanti per ore e che proseguirà di fatto nelle prossime settimane, perché adesso tutti gli incartamenti dovranno essere esaminati nel dettaglio dagli investigatori. Lo stesso magistrato inquirente si è riservato la decisione di nominare eventualmente un consulente di parte.
I CONTI «Proseguiamo molto determinati nell'attività di riordino, legalità e trasparenza che tutta la squadra ha intrapreso», ha commentato in serata Sandro Murtas, direttore generale di Abbanoa, il quale ha spiegato di aver inoltrato un ordine di servizio ai dirigenti perché mettano a disposizione tutti gli atti conservati in questi anni per evitare che si disperdessero. La tesi dell'azienda, par di capire, è che il dissesto nei conti fosse presente fin dalla costituzione, avendo assorbito dalle precedenti gestioni circa 150 milioni di euro di debiti. Dall'ente sottolineano anche come Michele Caria sia in carica «fin dal 2005». Precisazione significativa, in quanto si parla del revisore legale che l'8 aprile scorso aveva comunicato agli azionisti lo stato finanziario dell'azienda, a suo dire in sensibile peggioramento. Proprio lui e il collegio dei sindaci avevano inoltre lanciato al direttore generale Sandro Murtas l'accusa di nascondere la reale situazione in capo alla società.
PECULATO Da quelle dichiarazioni, e dal successivo deposito della relazione con quegli addebiti, aveva preso spunto l'inchiesta della Procura, che al momento non ha iscritti nel registro degli indagati e procede contro ignoti ipotizzando il peculato e l'abuso d'ufficio: il sospetto è che i finanziamenti regionali stanziati per le opere infrastrutturali di Abbanoa siano stati dirottati sulle spese correnti per far fronte a una cronica mancanza di liquidità (tesi peraltro ribadita dallo stesso Caria nell'interrogatorio col pm lo scorso 16 luglio). Un secondo filone potrebbe riguardare la nomina di diversi avvocati cui è stato dato il compito di occuparsi delle innumerevoli cause sorte tra società e clienti per recuperare crediti in parte forse inesigibili: troppo il tempo trascorso dal momento in cui sarebbe cominciato il mancato versamento delle cifre dovute. Ma prima di settembre sarà difficile avere novità.
Andrea Manunza