Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quant'è difficile fare musica in quel Parco

Fonte: L'Unione Sarda
26 luglio 2013


Burocrazia e decibel
 

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Il Parco della Musica è stato inaugurato il 7 maggio 2011. Poi è stato subito richiuso. O meglio, la parte tra via dei Giudicati e piazza Giovanni XXIII, verde, stradine, fontane e panchine, è rimasta aperta. L'altra, cioè lo spazio per gli spettacoli e per il supporto all'attività del Teatro lirico, ha aperto - con grandi fatiche - soltanto mercoledì scorso (con un'anteprima sabato per una Traviata), grazie all'Eje, European jazz expo', tre serate di musica di alto livello, duemila persone al giorno. Insomma, si chiama Parco della Musica, ma è considerato altro. Nonostante abbia una bella piazza (intitolata ad Amedeo Nazzari) in pendenza, i locali del laboratorio dove nelle intenzioni dei progettisti si dovrebbero preparare scene e costumi per gli allestimenti delle opere, un teatro ridotto da 319 posti, locali tecnici, il tutto tra il retro del Conservatorio, Villa Muscas e il Teatro lirico, nonostante questo, fa capo all'Ufficio verde pubblico del Comune e ottenere autorizzazioni e pareri favorevoli per montare un palco e sistemare le sedie, è a dir poco complicato. Cioè: se qualcuno ha pensato che l'amministrazione comunale potesse (dovesse) impegnarsi per consentire di fare cultura e spettacoli soprattutto in un momento di grave penuria di spazi, si è sbagliato di grosso.
La prima richiesta ufficiale della società Jazz in Sardegna al Comune è datata 14 marzo 2013, il via libera dopo una quantità infinita di lettere tra le parti - è arrivato il 19 luglio. Alla fine il dirigente tecnico del settore ha firmato. A condizione (tra le altre) che i limiti delle emissioni sonore non superino le soglie stabilite dalla legge. Giustissimo. Però i decibel consentiti di notte sono al massimo 50, ed è quantomeno curioso se si considera che una suoneria del telefono, ad esempio, può arrivare anche a 75. Comunque, per il futuro (piano triennale delle opere pubbliche) ci sono 2 milioni 250 mila euro di finanziamenti regionali. Serviranno per «il completamento, la riqualificazione urbana, architettonica e funzionale». (cr. co.)