Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Abbanoa, giorni cruciali

Fonte: L'Unione Sarda
26 luglio 2013


 Ieri l'85 per cento dei lavoratori ha incrociato le braccia, 

oggi l'assemblea dei soci dovrà decidere se approvare il bilancio
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Lo sciopero c'è stato, con adesioni massicce, ma senza disagi nell'erogazione dell'acqua. Più sfortunati, invece, coloro che si sono recati negli sportelli di Abbanoa: gli uffici erano deserti.
I lavoratori, i rappresentanti sindacali e i dipendenti delle ditte d'appalto si sono ritrovati alle 10, puntuali, sotto il palazzo della Regione in viale Trento, per un dare vita a un sit in andato avanti per tutta la mattina per attirare l'attenzione sulla situazione della società idrica, strozzata dai debiti e con forti difficoltà nell'andare avanti, tanto da versare gli stipendi in ritardo. Non c'è stato però alcun incontro con i rappresentanti della Giunta regionale: «Vogliamo attendere l'assemblea», spiegano i sindacati. In effetti, l'incontro di questa mattina alle 9,30 sarà uno snodo cruciale per il futuro di Abbanoa, visto che i soci sono chiamati ad approvare il bilancio del 2012, sul quale tuttavia, è stato sollevato più di un rilevo dal collegio sindacale. I tempi stringono e i conti vanno approvati, ma dopo quei rilievi gli azionisti (Comuni e Regione) sono titubanti nel dire sì al bilancio di Abbanoa, per cui le trattative sono andate avanti fino a ieri sera per cercare una soluzione alternativa. Si parla, infatti, della possibilità di rinviare l'esame sul bilancio a settembre oppure, se questa soluzione non fosse praticabile, iniziare l'assemblea e lasciarla aperta per cinque giorni. Certo è che una rappresentanza dei sindacati (una trentina di persone tra segreterie regionali e Rsu) sarà oggi all'hotel Mediterraneo per comprendere cosa decideranno gli azionisti di Abbanoa. Solo dopo decideranno se adottare nuove iniziative di lotta.
L'ADESIONE L'astensione dal lavoro, ieri, ha interessato circa l'85% dei dipendenti (garantiti però i turni per i servizi essenziali), secondo i sindacati, con punte del 90% a Nuoro e Sassari, dove una delegazione di 50 lavoratori ha manifestato sotto la prefettura ed è stata poi accolta dal rappresentante del governo Salvatore Mulas, che ha promesso di scrivere una lettera alla Regione. L'azienda fornisce invece numeri leggermente più bassi: 75% di adesione. Abbanoa, inoltre, accoglie con soddisfazione lo sblocco dei 4,4 milioni di euro da parte dell'Ato, affermando che «si tratta di rimborsi di spese già sostenute a partire dal 2005 per il personale tecnico che ha eseguito diverse infrastrutturazioni: le risorse saranno impiegate secondo le priorità dei piani di pagamento». In altri termini, quei fondi potranno essere usati anche per pagare gli stipendi arretrati.
I SINDACATI La protesta dei lavoratori ieri mattina è sfociata, per qualche minuto, anche nel temporaneo blocco del traffico in viale Trento. Presenti anche i rappresentanti sindacali regionali e nazionali di categoria. «La Regione deve ad Abbanoa 184 milioni di euro», sottolineano Giacomo Migheli e Marco Nappi, rispettivamente segretari regionali Filctem-Cgil e Femca Cisl, «mentre i Comuni devono corrispondere circa 45 milioni. In attesa del via libera dell'Unione europea, abbiamo chiesto alla Regione un prestito ponte di 50 milioni di euro, per aiutare l'azienda a reggere fino a novembre prossimo». Alla base del salvataggio di Abbanoa, che ha accumulato 513 milioni di euro di debiti, deve esserci un deciso cambio di rotta. «L'azienda», evidenzia Mario Cro, segretario regionale Uiltec-Uil, «deve essere razionalizzata. Abbanoa andrebbe gestita come una società di tipo industriale». Ieri mattina, in mezzo ai lavoratori, anche gli esponenti sindacali nazionali di categoria. «Siamo qui per dare il nostro supporto al territorio, perché la situazione è gravissima», chiarisce Debora Del Fiacco, segretaria nazionale Uiltec-Uil, «Abbanoa non è stata capitalizzata». Il sistema, secondo il giudizio del segretario nazionale Filctem-Cgil Mario Di Luca, è andato a rotoli «per la mancanza di una progettualità nel gestire una risorsa di vitale importanza come quella dell'acqua. Il problema», spiega, «è che si registra un'incapacità da parte della politica nel riuscire a indirizzare e programmare al meglio un servizio tanto importante. Un gestore unico dovrebbe avere la capacità di ottimizzare, razionalizzare gli interventi, ridurre i costi, dare un servizio migliore. Se questo non avviene, la sensazione è che possa nascondersi un disegno per frammentare lo stesso gestore, per parcellizzarlo e farlo andare alla deriva».
Eleonora Bullegas