Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«L'imprudenza dietro le tragedie»

Fonte: L'Unione Sarda
23 luglio 2013


Per il capitano Fioravanti della Guarda costiera «non si può fare un mappa dei punti pericolosi»
 

L'esperto: serve attenzione, soprattutto con condizioni meteo a rischio
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«Alla base delle tragedie in mare c'è quasi sempre l'imprudenza delle persone. Rispettando alcune semplici regole di buonsenso si possono ridurre al minimo i rischi». Andrea Fioravanti, capitano di fregata della Capitaneria a capo della sezione operativa, non ha mai sentito parlare di una «mappa delle zone pericolose» del Poetto. «Le condizioni meteo e le mareggiate», spiega, «trasformano continuamente i fondali sabbiosi, creando buche in modo imprevedibile».
Dunque non è possibile segnalare un tratto di spiaggia più pericoloso rispetto a un altro. Così la Guardia Costiera di Cagliari da sempre invita tutti i bagnanti alla massima prudenza. «Si tratta di consigli, forse banali, ma che servono a evitare le tragedie», spiega Fioravanti. Prima regola: rispettare il mare. «Soprattutto quando le condizioni meteo non sono le migliori. I forti venti di scirocco e libeccio possono creare delle risacche e trascinare verso il largo tutto quello che incontrano. In presenza di venti provenienti da nord, come il maestrale, chi utilizza materassini o tavole da surf non si deve allontanare troppo: la corrente potrebbe diventare difficile da sconfiggere».
Il decalogo del buon bagnante è composto poi da altre regole base. «Non bisogna mai immergersi in acqua se non si è in perfette condizioni psico-fisiche, anche se si è esperti nuotatori. Sempre meglio aspettare le tre ore di digestione dopo aver mangiato perché si possono avere malori. Se si è rimasti sotto il sole per parecchio tempo evitare di buttarsi subito in acqua: può provocare uno shock termico». Avvisare un conoscente è un altro accorgimento importante: «In caso di immersioni farlo sempre in compagnia. Meglio avvisare comunque un familiare o un amico se ci si deve allontanare per molto tempo, segnalando anche dove si va». (m. v.)