Il geologo: «La natura riprende quello che è suo». Legambiente: «L'avevamo detto»
Ripascimento vanificato, erosione del mare impietosa
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Le immagini sono impietose: la colata di sabbia grigia riversata sul Poetto undici anni fa è stata divorata dal mare. Del piano inventato in fretta e furia dalla Provincia resta solo l'effetto più inquietante: quel «materiale» (come venne definito dai periti) ha spazzato i granelli bianchi, portandosi via anche l'antico splendore del litorale cagliaritano. La spiaggia ha quasi ripreso le dimensioni pre-ripascimento, centinaia di metri di arenile sono stati sommersi dall'effetto erosivo delle correnti marine.
LA SPIAGGIA SI È RISTRETTA Azione senza ritorno, la fetta di spiaggia compresa tra Marina Piccola e il Lido si è assottigliata con una velocità fuori da ogni previsione ed è destinata a soccombere nel giro di poche stagioni. Anche il tratto fino all'ospedale Marino sta pagando il dazio di sabbia a sua maestà il Mediterraneo. Il litorale quartese, invece, cresce (anche lì però i granelli bianchi sono sempre più contaminati da quelli del ripascimento), a causa delle correnti longitudinali che attraversano il golfo.
«NESSUNA SORPRESA» Nei primi chilometri di arenile, in appena due anni, sono andati persi quasi dieci metri di battigia, dal 2002 è incalcolabile la mole di sabbia finita sott'acqua. «Nessuna sorpresa», sentenzia il geologo Alberto Marcello, consulente della procura nel processo sul ripascimento, «il mare si è ripreso quello che gli era stato tolto». Semplice principio di vasi comunicanti: «Con l'azione del 2002 non è stato aggiunto un solo granello di sabbia al sistema Poetto. Si è prelevato da una parte, si è riversato dall'altra e le correnti marine hanno riequilibrato il sistema».
INTERVENTO SENZA CALCOLI Quando la draga Antigoon entrò in azione, pescando la sabbia grigia a cinque miglia dalla riva, non fu effettuato alcun tipo di studio sulla portata e sulla durata dell'intervento: «Noi tentammo in ogni modo di far capire che senza un'analisi approfondita sulle correnti e sui processi erosivi, ci saremmo trovati presto punto e a capo», ricorda Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente. «In realtà pensavamo a tempi un po' più lunghi. Invece la natura è stata più rapida delle nostre previsioni. Quel ripascimento scellerato ha cambiato il volto al Poetto e ha anche avuto il fiato cortissimo».
FUTURO CON POCHE CERTEZZE Difficile immaginare il futuro della spiaggia cagliaritana con i tempi spietati dell'erosione. «Entro cinque o sei anni si dovrà procedere per forza a un nuovo ripascimento», ipotizza il professor Marcello. «Ma ovviamente dovrà essere pensato in un altro modo. Servono studi approfonditi dei fenomeni sottomarini per ottenere il miglior risultato possibile». C'è una certezza amara: «Non si potrà tornare al tempo della sabbia bianca per la presenza massiccia del materiale scaricato nel 2002». Ma «esistono fonti di sabbia che avrebbero un ottimo impatto con il Poetto. Per esempio in Tunisia». L'importante, si augura il professionista cagliaritano, «è evitare di arrivare a ridosso dell'emergenza per ipotizzare un nuovo ripascimento».
DUBBI SUL PIANO DEL COMUNE Il geologo non nasconde i suoi dubbi sul nuovo piano di riqualificazione del Poetto messo a punto dal Comune: «C'è un limite fondamentale», sostiene Marcello, «non viene considerato il sistema ambientale nel suo insieme. Quello fatto dal mare, dalla spiaggia, e anche dall'entroterra, cioè dalla strada e dalle costruzioni di cemento, come le case e gli stabilimenti». Da qui il rischio di sorprese: «Il mare può regalare in qualunque momento azioni violente e magari mandare in tilt i piani dell'uomo: non si può prescindere dall' equilibrio dell' intero ecosistema del litorale».
Giulio Zasso