L'inchiesta. Secondo uno studio del Sole 24 ore dati in controtendenza rispetto al resto d'Italia dove calano le denunce
Novanta delitti in più, ma la città resta tra le più vivibili
Ma Cagliari resta una città tranquilla: nella classifica italiana della sicurezza solo una quarantina di capoluoghi stanno meglio. Calano vertiginosamente le truffe e le frodi informatiche.
Novanta delitti in più, un incremento dello 0,7 per cento. Cagliari, sia chiaro, resta ancora una città tranquilla, dal punto di vista della sicurezza dei cittadini: occupa il 75° posto nella classifica della criminalità nelle province italiane. Ma registra un (piccolo) segnale inquietante: fa parte di quelle sei città (le altre sono Trieste, Palermo, Brindisi, Messina ed Enna) nelle quali il numero dei delitti è aumentato. Segnale inquietante perché in tutte le altre città italiane la criminalità è in calo.
I REATI Ad annunciare il cambiamento è uno studio effettuato dal Sole 24 ore che compara i reati commessi nei primi sei mesi del 2007 con quelli denunciati quest'anno. In particolare, a essere aumentati sono i furti con destrezza (passati da 134 a 144), i furti con strappo (da 69 a 78) e i furti d'auto (da 794 a 805); sono cresciuti anche gli omicidi (uno commesso nel 2007, due nei primi sei di quest'anno) e le rapine (da 116 a 117). In calo, invece, le truffe e le frodi informatiche (scese da 739 a 535), i furti in abitazione (da 392 a 362). Per quest'ultimo reato, soltanto in otto città la situazione è migliore di quella cagliaritana. Nel totale, si è saliti dai 12.476 delitti del 2007 ai 12.566 di quest'anno. Niente di particolarmente preoccupante, va ribadito: Cagliari continua a essere una città tranquilla. Quei circa dodicimila delitti danno media di 162,6 delitti ogni ogni diecimila abitanti: un dato che colloca la provincia al 75° posto in Italia. Il quadro, a dire il vero, è incoraggiante in tutta l'Isola: Sassari occupa il 61° posto, Nuoro il 97° e Oristano, al 100° posto, è seguita solo da Potenza, Enna e Matera. Il capoluogo dell'Alto Campidano è considerato il più sicuro in Italia su borseggi e scippi (dopo Oristano ci sono Crotone e Nuoro) e su truffe e frodi on line.
LE REAZIONI Criminalità, dunque, in aumento, anche se di poco. Un risultato che lascia perplessi gli operatori. «Mi sembrano dati un po' campati in aria», reagisce a caldo il vice questore Giuseppe Gargiulo. Che poi disquisisce sulla relatività delle cifre. «Quando si parla di numeri bassi come quelli di Cagliari, è facile notare anche una piccola variazione». Non c'è, però, allarme sociale. «Forse sono aumentate le rapinette compiute da rapinatori da quattro soldi. Ma, anche parlando con i colleghi, non c'è la percezione di un aumento della criminalità. Anzi, grazie alle misure che abbiamo adottato, siamo, per esempio, riusciti a far calare le rapine alle banche o gli assalti ai furgoni blindati».
I SINDACATI Se il prefetto non commenta («È fuori sede», fanno sapere dal suo gabinetto), si soffermano sui dati i sindacati di polizia. L'aumento non deve essere necessariamente considerato negativo. «Può anche significare», interviene Salvatore Deidda del Siulp, «che a Cagliari la gente non ha paura di denunciare i delitti, come avviene, invece, in altre città. Qui non si temono ritorsioni e non si ha la sensazione che i colpevoli rimangono sempre e comunque impuniti». Ma vale la pena di soffermarsi su questo aumento di delitti. «Ne abbiamo parlato anche qualche giorno fa nel corso di un convegno a Roma: i delitti sono destinati inesorabilmente ad aumentare se si tagliano i fondi del comparto sicurezza».
LA DENUNCIA Un concetto sul quale si sofferma anche Massimo Zucconi Martelli, segretario nazionale del Siap. «Se viene a mancare il controllo del territorio», afferma, «aumentano i reati. In questo periodo a Cagliari ci sono in giro mediamente due, tre volanti per turno. Ovvio che così pochi mezzi non possono fare un lavoro di prevenzione». E la situazione è destinata a peggiorare. «Manca il turn-over, i colleghi che vanno in pensione non vengono sostituiti». Un quadro che è destinato a peggiorare vista la pecularità della questura cagliaritana. «In altre città, arrivano poliziotti giovani, appena arruolati. Loro, ovviamente, possono andare di pattuglia. A Cagliari, invece, si arriva dopo almeno undici anni trascorsi a girare da una parte all'altra. Qui gli agenti sono più anziani e, quindi, finiscono con l'andare meno di pattuglia».
MARCELLO COCCO
02/12/2008