Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

IL COMUNE La prima crisi per Zedda traballa la maggioranza

Fonte: Sardegna Quotidiano
19 luglio 2013

 

Chissà a cosa si riferisce Luisa Sassu quando su Facebook si affida a un verso di De Andrè: «Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». Massimo Zedda l’ha defenestrata senza tanti complimenti dalla giunta comunale, dove faceva l’assessore al Personale. Una lettera consegnata dai commessi del municipio per dire: non c’è più il rapporto fiduciario, arrivederci. La decisione del sindaco era nell’aria da tempo ma, una volta presa, non è stata concordata con nessuno. È trapelata prima della riunione del consiglio comunale di mercoledì, e quando Zedda l’ha comunicata all’au - la è sembrato che qualcuno avesse tolto un tappo a una pentola a pressione. Il capogruppo del Pd Davide Carta ha parlato a nome di tutta la maggioranza, definendo grave il modo di agire del sindaco. Nessuno, nemmeno tra i fedelissimi del primo cittadino, ha fiatato per tutta la seduta. Un segnale mica da niente. In serata riunioni separate. E chi ha tastato gli umori ieri ha respirato un’aria di crisi che mai aveva tirato dall’avvento di Zedda. Certo, i classici mal di pancia in maggioranza esistevano. Ma il siluramento della Sassu sembra averi incrinato la volontà di molta parte del centrosinistra ad andare avanti senza che niente cambi. A lamentarsi non c’è solo il Pd. In Sinistra ecologia e libertà, il partito di Zedda, gli animi non sono sereni, ma anche gli altri, quelli che sono passati per i difensori del sindaco, iniziano a scalpitare. Il problema non è solo tra primo cittadino e partito di maggioranza relativa, ma tra Zedda e la sua maggioranza. Solo che alla luce del sole, forte dei suoi 13 consiglieri, esce solo il Pd. La linea ufficiale è, per prassi, affidata a un comunicato di Carta: «Il gruppo consiliare ed il Pd cittadino esprimono comune sconcerto per la modalità con cui Zedda ha ritenuto di revocare la delega all'assessore al personale Luisa Sassu. Questo è accaduto proprio a ridosso della fase delicata dell'approvazione del bilancio e durante una fase di discussione e di verifica appena aperta con le forze della maggioranza per il rilancio dell’azione dell’amministrazione». Il capogruppo dice di non voler entrare nel merito dei motivi ma «riteniamo che sarebbe stato più opportuno procedere senza forzature e, soprattutto, all'interno di un ragionamento complessivo, condiviso con tutta la maggioranza, in relazione ad un doveroso approfondimento sui problemi della città e sulle politiche ed i risultati degli assessorati, senza necessariamente concentrare l’attenzione esclusivamente sulle figure degli assessori». Parole non concilianti, ma zuccherini se confrontate con quelle volate durante la riunione del gruppo di ieri sera. Convocata per decidere il da farsi, doveva partorire anche dei nomi per il rimpasto di giunta, ormai inevitabile. Qualcuno, prima dell’incontro, è arrivato a sostenere che l’indignazione democratica fosse puro teatro: hanno già l’accordo, si diceva , due assessorati al Pd, uno a Sel e uno ulteriore per gli altri. Invece l’esito è stato diverso: non è escluso che il Pd decida per l’appog - gio esterno al sindaco. In realtà non è escluso niente, nemmeno che ci sia sia concesso qualche fuoco d’artificio per alzare il tiro e passare all’incasso. Ma la rabbia è tanta. Viene dal fatto che i consiglieri, dicono, non ne possono più di andare in giro per la città e sentirsi dire che il Comue non sta facendo niente. E questo non vale solo per i democratici. C’è la vicenda del Lirico, guidato da Marcella Crivellenti, sgradita al Pd. È opinione comune anche che troppi atti approvati dal consiglio comunale siano rimasti lettera morta: tra il documento votato in aula e l’applicazione c’è di mezzo sempre un assessore. E nessuno di quelli che siedono in giunta è stato scelto dai partiti. Tranne una: Susanna Orrù, Politiche sociali, quota Sel. È sua la prossima testa che viene data per rotolante. Come per la Sassu la voce circola da tempo, ma il momento del suo addio sembra imminente. È difesa da parte del partito, ma osteggiata dagli alleati del Pd. E se le poltrone di governo della città si svuotano, qualcuno dovrà pure occuparle. L’ex manager della Asl Benedetto Barranu potrebbe insediarsi in quella dell’asses - sore al Bilancio, si mormora il nome dell’ex margherita Roberto Murru per un ingresso in giunta. Lo stesso Carta è un “assessorabile ”, ma resta il veto sui consiglieri. L’esecutivo potrebbe essere ridotto a nove assessori e le deleghe ridistribuite. Non è il tempo delle certezze, in Comune. E il voto sul bilancio, documento fondamentale, è alle porte. E. F. 

 

CONSIGLIO DIVISIONI E VOLONTÀ COMUNE

Martedì i consiglieri Giovanni Dore e Nando Secchi (Idv) hanno visitato il Sant’Elia insieme a tecnici universitari e comunali. «I seggiolini non vanno bene, ma la tribuna centrale si può utilizzare può essere utilizzata da subito. Copre dodicimila posti», spiega Dore, «montare le tribune in tubi innocenti è sbagliato, meglio tribune parziali. Per il ritorno del Cagliari, ho sempre espresso riserve sulla convenzione, in passato era poco chiara. Ho sollecitato l’affitto, se il Cagliari vuole giocare qui, si stabilisce un canone ma lo stadio non deve tenerselo la società ». Sandro Vargiu (Riformatori) afferma che «la convenzione passata era affrettata, ma tutti dobbiamo essere umili. È vergognoso che la Sardegna non abbia uno stadio adatto». Maurizio Chessa (Pd): «Le battaglie del passato restino nel passato, da ora in poi non ho dubbi che l’amministrazione comunale voglia arrivare al risultato, importante è il rispetto di legge e regole e del sentimento dei tifosi».