Pietro Cadau sentito al processo che lo vede imputato con l'ex sindaco Emilio Floris di abuso d'ufficio e falso
L'ex direttore generale del Comune: impossibile buttare giù i chioschi in estate
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L'ordinanza che aveva sospeso le demolizioni dei chioschi del Poetto, rimandandole a settembre inoltrato, era necessaria per evitare gravi problemi di sicurezza durante la stagione balneare in corso. È quanto sostenuto ieri mattina davanti al giudice per le udienze preliminari Giampaolo Casula da Pietro Cadau, l'ex direttore generale del Comune finito a processo per abuso d'ufficio e falso ideologico in relazione alle ordinanze firmate il 14 maggio di due anni fa alla vigilia delle elezioni comunali poi vinte dal sindaco Massimo Zedda.
Una causa che vede sul banco degli imputati con identiche contestazioni anche l'ex sindaco Emilio Floris: l'allora primo cittadino con quei provvedimenti aveva ordinato la sospensione sino al 30 settembre dell'abbattimento dei baretti che si trovavano sull'arenile. Gravi problemi di sicurezza per Cadau, così come per Floris, avrebbero reso indispensabile la firma su quegli atti.
Nell'aula al terzo piano del palazzo di giustizia il funzionario comunale, assistito dall'avvocato difensore Michele Schirò, ha inoltre ricordato i pericoli paventati dall'ingegnere alla Viabilità e alla Protezione civile in caso di presenza di cantieri aperti sulla spiaggia cagliaritana in piena estate.
Secondo il pubblico ministero Gaetano Porcu, il magistrato titolare anche dell'inchiesta sui chioschi abusivi, l'adozione delle ordinanze si basava però «sul falso presupposto di una situazione di grave criticità» e aveva procurato «un ingiusto vantaggio patrimoniale ai gestori» delle dodici rivendite, che proseguirono l'attività per tutta l'estate. Gli avvocati difensori (Floris è assistito da Rita Dedola) si sono riservati di decidere il rito processuale durante la prossima udienza, fissata per il 27 settembre.
V. N.