I democratici premono per giocare un ruolo più incisivo nelle scelte della città. Ma il sindaco frena e cerca di stoppare l‘ingresso dei consiglieri comunali nell’esecutivo
Autore: Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it
E il braccio di ferro continua. Da una parte il Pd, partito numericamente più forte in aula, che esige un ruolo più incisivo nel governo della città. Dall’altra il sindaco che invece, forte dei risultati elettorali del 2011 (la coalizione di centrosinistra ha preso meno voti rispetto al centrodestra, affermandosi dunque solo grazie al successo personale di Zedda), rivendica una guida politica, di fatto, “esclusiva”.
Il nodo è tutto qui. Il malcontento per il benservito all’assessore Sassu, arrivato bruscamente (senza preavviso all’interessata e ai capigruppo) è solo l’ultimo sussulto di una coabitazione che appare sempre più problematica tra Pd e Zedda. Un peccato originale che la consiliatura si porta dietro dai primi giorni, da quando il sindaco nominò la Giunta in totale autonomia. Il partito democratico incassò il colpo e indietreggiò davanti alla popolarità del giovane primo cittadino di Sel, in quei giorni alle stelle. Ma via via, con l’esplosione delle prime difficoltà politiche (Teatro Lirico e baretti del Poetto su tutte), i democratici hanno preso coraggio, mostrando segni sempre più evidenti di insofferenza. Fibrillazioni sempre più forti con le regionali in vista.
E ora proprio i due assessori vicini al partito di Silvio Lai sono fuori dall’esecutivo: Gabor Pinna (incompatibilità) e Luisa Sassu (rotto il rapporto di fiducia col primo cittadino). È dunque probabile il Pd vada a chiedere l’ingresso di qualche esponente forte “politicamente”. In cima alla lista c’è capogruppo Davide Carta, vicino al deputato Marco Meloni (nomina che sposerebbe le esigenze della “corrente” che darebbe così luce verde alla candidatura di Gigi Ruggeri alle regionali) e un altro consigliere che potrebbe entrare nell’esecutivo è il presidente della commissione Politiche sociali Fabrizio Rodin.
Ma non sarà facile. Perché la linea di Zedda è chiara fin dall’inizio: nessun consigliere comunale in Giunta. Oltretutto un assessore “robusto” sul piano politico come Carta rivendicherebbe margini di autonomia maggiori, alterando gli assetti dell’esecutivo. Proprio quello che il sindaco (a anche altri partiti di maggioranza) vorrebbero evitare. La soluzione che il primo cittadino sta esaminando in queste ore è quella di dare spazio a esponenti di chiara fedeltà piddina che non mettano in discussione la leadership del sindaco. Per la sostituzione di Pinna il nome dato per certo è quello di Benedetto Barranu, ex direttore della Asl 8 e per la sostituzione della Sassu potrebbe essere indicato un nome dal profilo analogo.
Spazio ridotto per altri movimenti. Secondo alcuni rumors il vicesindaco Paola Piras si sarebbe riappacificata col primo cittadino, mentre Sel e Idv fanno quadrato, rispettivamente, attorno all’assessore alle Politiche sociali Susanna Orrù (anche lei nel mirino del Pd) e Pierluigi Leo (Servizi tecnologici). Critiche in maggioranza anche per l’assessore alla Cultura Enrica Puggioni e del suo collega all’Urbanistica Paolo Frau. Ma entrambi fanno parte del “cerchio magico” dei vicinissimi del sindaco Zedda.