Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Ripascimento in linea col capitolato»

Fonte: La Nuova Sardegna
11 aprile 2008

CAGLIARI. «Nel processo per il ripascimento del Poetto si è voluto tralasciare deliberatamente il dato scientifico»: l’ha detto l’avvocato Andrea Pogliani, che ha svolto davanti ai giudici del tribunale la prima parte della sua arringa in difesa dei dirigenti provinciali Andrea Gardu e Salvatore Pistis, accusati di danneggiamento, per i quali i pubblici ministeri Guido Pani e Daniele hanno chiesto la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione. Pogliani ha puntato su un aspetto già più volte emerso nel corso del lungo dibattimento: «L’accusa è basata sul fatto che la sabbia di oggi è diversa da quella originaria, ma nessuno ha detto che nel capitolato d’appalto vengono indicati i parametri della sabbia da utilizzare per il ripascimento e quei parametri sono stati rispettati». Per il difensore la sabbia «bianca e finissima» non è prevista da nessuna parte: «Sarebbe bastata un’analisi scientifica del capitolato per mandare questo processo in archivio - ha insistito Pogliani - perchè il capitolato doveva leggerlo uno scienziato, non un giurista». Quindi non c’è stato alcun travisamento del progetto, del capitolato, delle prescrizioni destinate a regolare l’intervento: «Si tratta di un lavoro pubblico - ha spiegato il difensore - condotto con tutte le autorizzazioni e tutti i controlli da parte degli enti preposti. C’era un progetto approvato e un capitolato d’appalto valido, i dirigenti della Provincia hanno omesso di intervenire perchè non c’erano i presupposti per farlo. Qualcuno mi dica dove sta scritto che si dovesse sistemare sull’arenile del Poetto sabbia bianca e finissima? Dove sta scritto?» ha quasi urlato Pogliani. Il dato fondamentale - secondo il difensore - è dunque questo: «Il capitolato prevedeva la sabbia che oggi troviamo al Poetto, non un’altra sabbia. Anche il colore corrisponde, doveva essere grigia non bianca». Prima del difensore hanno parlato le parti civili. L’avvocato Giandomenico Tenaglia per il Demanio, Carlo Augusto Melis per il comune di Quartu, Graziano Campus per la Regione, Guido Manca Bitti per il comune di Cagliari, Michela Zanda per il Wwf, Lia Pacifico per gli Amici della Terra, Guendalina Garau per il Gruppo di intervento giuridico. Tutti si sono allineati alle richieste di condanna avanzate dai pubblici ministeri Guido Pani e Daniele Caria, con varie richieste di risarcimento e di provvisionali. Oltre alla condanna di Gardu e Pistis, l’accusa ha chiesto un anno per l’ex assessore provinciale ai lavori pubblici Renzo Zirone, così come per il secondo responsabile del procedimento Lorenzo Mulas e per il presidente del consiglio di amministrazione dell’impresa Mantovani, Piergiorgio Baita. Un anno e quattro mesi è la richiesta per gli altri tre componenti la commissione di monitoraggio Andrea Atzeni, Paolo Emanuele Orrù e Giovanni Serra. Ancora un anno e quattro mesi per il geologo Antonello Gellon, per l’accusa colpevole di falso. Infine Daniele Defendi, dipendente della società Sidra associata alla Mantovani: per lui, imputato di falso, i pubblici ministeri hanno chiesto nove mesi. La discussione andrà avanti il 18 aprile con il seguito dell’arringa di Pogliani, poi il presidente del tribunale Francesco Sette ha programmato tre udienze a maggio. Le repliche e con ogni probabilità la sentenza sono fissate per il 16 maggio, salvo possibili impedimenti che rallentino il calendario del processo. (m.l)