UN ANNO DOPO Rodin (Pd): «Risparmiamo 530mila euro all’anno, soldi che vanno ai cittadini travolti dalla crisi».
Un anno dopo la chiusura il campo nomadi è ancora chiuso. Un mese fa la Regione ha dato 110mila euro al Comune per il “piano di caratterizzazione”. «Le ispezioni nel sottosuolo serviranno per capire il livello di inquinamento dell’area e che tipo di sostanze ci sono lì sotto», spiega Farbrizio Rodin, presidente della commissione Politiche sociali. «Credo che la gestione del campo rom da parte dell’amministrazione sia stata ottima, basta chiedere ai cittadini di Mulinu Becciu che da un anno non devono più respirare veleni». Non tutti sembrano aver apprezzato l’operato del Comune e dallo sgombero del campo in poi le leggende metropolitane sui rom si sono moltiplicate a suon di “agli zingari le case”. «C’è ancora chi crede che abbiamo dato le case ai rom, togliendole ai cagliaritani - precisa Rodin - in realtà la situazione è ben diversa: con la chiusura del campo il Comune risparmia 530mila euro all’anno, e sono soldi che vengono destinati al sempre crescente numero di cagliaritani travolti dalla crisi». Tra presunte ville con piscina e sistemazioni trovate dalla Caritas, un dato di fatto certo è che il campo nomadi non esiste più. «Dopo 18 anni di fumi incontrollati, e le indagini serviranno per scoprire che tipo di rifiuti sono stati smaltiti in quel campo, ci sono stati ospiti del campo che si sono ammalati seriamente, ora abbiamo interrotto il fenomeno e portato via da lì chi viveva in quelle condizioni». Un anno fa lo sgombero del campo era stato ordinato dal giudice, che aveva imposto al sindaco di emettere un’apposita ordinanza. «Anche questo è vero in parte, l’ordinanza ha di sicuro accor ciato i tempi, ma il processo di inclusione sociale era già partito e le prime famiglie avevano già lasciato il campo e altre si stavano apprestando a farlo. Perché quella situazione non poteva proseguire e stavamo lavorando per la chiusura del campo». Dopo, però, sono scoppiate le polemiche sull’assistenzialismo ai nomadi. «Per l’inclusione sociale di quei 160 abitanti, il Comune ha fatto quello che fa per centinaia di cagliaritani. Pagargli la casa? Quello non esiste, ci sono al massimo i contributi per il fitto casa, come per tanti cagliaritani. In questo periodo un cittadino su cento ha il sostegno dei servizi sociali - conclude Rodin - ma tutte le spese per i rom sono sempre state fatte con contributi vincolati, mai sottratti ad altri cittadini, grazie a leggi di settore specifiche». L’ultimo tentativo di polemica è arrivato con l’inclusione scolastica. «Non sono certo master di secondo livello, ma persone che potrebbero così ottenere la terza media. Una spesa totale di 20mila euro, di cui metà va alle scuole e l’altra metà agli insegnati, lo preciso per sfatare l’ennesi - mo luogo comune». Marcello Zasso