Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Comune Assessore silurata un terremoto in municipio

Fonte: Sardegna Quotidiano
18 luglio 2013

 

VIA ROMA Il sindaco ritira le deleghe al Personale a Luisa Sassu: il benservito comunicato con una fredda lettera. Tutti gli alleati infuriati con Zedda: scelta solitaria. L’opposizione: siete in crisi

Il sindaco silura l’assessore al Personale, Luisa Sassu, e l’intera maggioranza fa scoppiare il finimondo in aula. La decisione di Massimo Zedda, presa in solitaria, fa imbufalire tutte le forze politiche che lo sostengono, Pd su tutti, e scoppia una tensione che si taglia a fette a una settimana esatta dall’inizio della discussione sul bilancio. Cinque righe, scarne, chiuse dentro una busta: oggetto della missiva, il ritiro immediato delle deleghe. È la lettera, scritta da Zedda lunedì sera, e piovuta ieri mattina, di buon ora, sopra la scrivania di Luisa Sassu. Che abbandona subito palazzo Bacaredda, non rilascia dichiarazioni, ma il motivo del suo defenestramento è noto. Da tre mesi esatti, neanche un “buongiorno” tra Zedda e la Sassu: per la precisione, dal 16 aprile, quando lei propone, in giunta, di ragionare sul taglio delle posizioni organizzative dei dipendenti comunali. Cristina Mancini, direttore generale, dice di no, Zedda si accoda e la riunione finisce tra le urla. Il 2 maggio la Mancini conferma il “non taglio” ai dirigenti, ma il 14 maggio fa un passo indietro davanti ai sindacati. Ieri il sindaco Massimo Zedda annuncia in aula il ritiro delle deleghe della Sassu: «La revoca avviene perché non c’erano più le condizioni per un sereno rapporto fiduciario, assumo ad interim le sue deleghe». Apriti cielo. Il capogruppo Pd, Davide Carta, è una furia: «Parlo a nome dell’intera maggioranza, questo fatto avviene in una fase di discussione per aprire un nuovo scenario politico. È grave non aver comunicato prima quanto ha deciso», attacca Carta, «volevamo rinviare la seduta ma staremo per spirito di servizio verso i cittadini. Già da ora si deve aprire una nuova fase politica, con responsabilità di scelte nostre, del sindaco e della giunta, un confronto serrato su priorità e cose da correggere». Il capogruppo del Pdl, Giuseppe Farris, rincara la dose: «Assistiamo a un dialogo tra sordi e convitati di pietra. Zedda dice che viene meno il rapporto fiduciario con un assessore, non significa nulla, avrebbe fatto miglior figura a parlare a tutto tondo. È l’ennesima volta che sentiamo dal Pd che si apre una nuova fase, non è chiaro in cosa consista. C’è una crisi in maggioranza, portatela alla luce del sole e risolvetela, oggi il sindaco ha sulle spalle il venti per cento delle deleghe della giunta, in piena sessione di bilancio ». Gianni Chessa (capogrupo Udc) è laconico: «Non entro nel merito della scelta, la Sassu è una donna garbata e preparata nel suo settore. Zedda risolva in fretta i problemi, serve dare risposte alla città». Gennaro Fuoco di Fli si dice «dispiaciuto per la Sassu, piena solidarietà per come è avvenuta questa scelta. Notavo il suo disagio da tempo, si sapeva che il rapporto con Zedda non era più eccellente ». Il capogruppo dei Riformatori, Alessio Mereu, nota che «la Sassu ha sempre operato con correttezza, disponibile al confronto. Ci sono settori più sofferenti e che meritano una revisione, in città tutto va a rilento » . Non una parola di replica da parte di Massimo Zedda, dopo aver incassato i rimproveri soprattutto dalla sua maggioranza, con l’opposizione che gongolava. E i banchi degli alleati sono rimasti quasi vuoti per tutto il resto dei lavori dell’aula. Francesca Ghirra (Sel) ha chiesto una sospensione di dieci minuti, mentre era in discussione il piano triennale delle opere pubbliche, che riceveva interventi caustici solo dai banchi dell’opposizione. E ieri, dopo il consiglio, due riunioni distinte: il Pd nel suo ufficio, Sel nel suo con le le altre forze di centrosinistra, per cercare di quagliare qualcosa. La scelta solitaria di Zedda sulla Sassu ha già ripercussioni evidenti, che potrebbero deflagrare. Paolo Rapeanu