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L'Iguana può riaprire: lo dice il Tar, che ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dai legali dei gestori del chiosco. I giudici amministrativi hanno congelato gli effetti della revoca della licenza edilizia, decisa dal Comune. Così la struttura del Poetto può lavorare di nuovo, almeno fino al 30 luglio, quando il Tar si dovrebbe pronunciare definitivamente sul caso. Il presidente Francesco Scano ha detto sì alla richiesta di sospensiva «considerato che la domanda cautelare meriti accoglimento, stante la sussistenza del danno grave e irreparabile lamentato in ricorso, al quale non si contrappone un pressante danno per l'interesse pubblico». Maristella Argiolas, la madre dell'Iguana, esulta su Facebook e parla di una decisione che rende «giustizia e dignità».
Il Comune aveva tolto la concessione edilizia all'Iguana, poco dopo aver revocato quella dell'Emerson (anche questo è riuscito a rimanere in attività grazie ai ricorsi al Tar): entrambe le autorizzazioni erano state rilasciate nel 2006. Le licenze, secondo il Servizio di edilizia privata, sono state accordate «in violazione dell'indice di edificabilità territoriale delle zone H, pari a 0,001 metri cubi per metro quadro, non essendoci sull'area dell'intervento volumetria urbanistica disponibile in quanto il suddetto indice è stato superato dalle volumetrie preesistenti degli stabilimenti storici». La concessione è stata anche rilasciata in violazione al Piano paesistico regionale, che autorizza nella fascia dei 300 metri dal mare solo «manufatti di tipo precario, amovibile e temporaneo». Poi ci sarebbe una violazione dell'articolo 3 della Costituzione, per una «evidente disparità di trattamento» tra i titolari della concessione edilizia e «i gestori titolari delle altre concessioni». (m.r.)