Zedda: trasferimenti regionali liberi dal Patto di stabilità
«Escludete dal Patto di stabilità i trasferimenti regionali in favore dei Comuni». A chiederlo al governo non è solo la Sardegna, ma ora sono tutte le regioni a Statuto speciale. «Se accolta e attuata, questa iniziativa rappresenterebbe una boccata d'ossigeno per i nostri territori». Ad annunciarlo è Alessandra Zedda, assessore alla Programmazione: «Significherebbe poter spendere da subito, di sicuro e senza vincoli, i 580 milioni del fondo unico per gli enti locali. Cifra che potrebbe aumentare fino a 1 miliardo e 200 milioni se la Sardegna riscriverà il Patto di stabilità con lo Stato anche in applicazione delle nuove leggi».
LA SITUAZIONE Zedda osserva che, «considerata la crisi e il bassissimo livello delle entrate a disposizione degli enti locali, i servizi sono garantiti soltanto grazie all'interazione istituzionale con le Regioni e, in particolare, alla permanenza dei trasferimenti regionali. In alcuni enti locali quest'azione rappresenta una voce di spesa rilevante ai fini del rispetto del patto di stabilità, i cui limiti massimi, drasticamente ridotti negli ultimi anni, impedirebbero oggi anche il regolare sostenimento della spesa obbligatoria. Per questo occorre adottare misure che, essendo i destinatari dei servizi cittadini, imprese e territori, correggano l'attuale disciplina del Patto di stabilità». L'assessore ha inoltre sottolineato l'importanza del punto 4 del documento approvato dalla Conferenza delle Regioni, relativo alla costituzione di un “Fondino per gli investimenti produttivi”: «Una rivendicazione importante per la Sardegna, che non ha richiesto nuove liquidità, perché proprio il minor ricorso alla liquidità di cui al decreto legislativo 35/2013 viene proposto come elemento chiave per l'attribuzione alle Regioni». Zedda ha posto infine l'accento, oltre che sugli aspetti legati all'edilizia scolastica, sulla proposta di prevedere l'esclusione dal Patto di stabilità dell'intero importo per il trasporto pubblico locale, peraltro già considerato in tutto il suo stanziamento negli equilibri di finanza pubblica. «Si tratta di un lavoro», ha concluso l'esponente della Giunta, «che ora sarà proposto al Governo durante la Conferenza Stato-Regioni. Resta comunque ancora aperta la posizione della Sardegna in ordine all'adeguamento del Patto di stabilità al nuovo regime delle Entrate sul quale, ancora una volta, anche alla luce dell'emendamento approvato dal Parlamento su proposta dei senatori sardi, sollecitiamo risposte urgenti da parte del governo».
L'OPPOSIZIONE Critico il centrosinistra, che per voce di Giampaolo Diana, capogruppo Pd, affonda: «Se la maggioranza sposa per una volta uno dei temi su cui l'opposizione si è battuta fin dall'inizio della legislatura non posso che salutare positivamente questo ravvedimento», ha detto. «La Sardegna sta vivendo una situazione drammatica anche per responsabilità di Cappellacci e del governo di centrodestra proprio perché il presidente della Regione non è riuscito a far nulla sia sul versante delle entrate conquistate nella passata legislatura che sul versante della rimodulazione del patto. Un fallimento su tutti i fronti. L'assurdo è che gli enti locali hanno risorse importanti a disposizione che consentirebbero di creare subito posti di lavoro rimettendo in moto l'economia con l'apertura dei cantieri. Invece non solo non riescono a farlo ma, a causa dei vincoli, non riescono a pagare neppure i lavori determinando il fallimento delle stesse aziende». Conclusione: «Sbloccando almeno il Patto per i Comuni daremmo un contributo per il rilancio dell'economia in Sardegna».
Lorenzo Piras