La società blocca la fornitura d'acqua: nel mirino 1.059 clienti Colpite aziende importanti in Gallura, ad Alghero e a Cagliari
Abbanoa sceglie la linea dura contro i morosi e non guarda in faccia nessuno. Anzi la mano è pesantissima se si tratta di aziende commerciali, alberghi, ristoranti che fatturano centinaia di migliaia di euro e si dimenticano di pagare la bolletta. Così negli ultimi sei mesi, l'azienda pubblica ha compiuto 1059 operazioni di slaccio: per oltre la metà, circa 663, la fornitura dell'acqua è ancora bloccata, mentre in 216 casi gli utenti hanno pagato dopo l'interruzione e quindi l'erogazione è ripresa regolarmente. Altri 180 clienti, invece, hanno saldato i debiti prima ancora che avvenisse lo slaccio, evitando così di rimanere senz'acqua. Infine, sono oltre 200 le attività produttive a cui sono stati bloccati la fornitura dell'acqua e l'utilizzo del servizio fognario.
CLIENTI RINOMATI Non si guarda in faccia nessuno. È questa la nuova politica di Abbanoa, alle prese con difficoltà sempre più evidenti sul fronte dei bilanci, a causa della cronica mancanza di capitali (la maggior parte dei soci, cioè i Comuni, non ha mai versato quanto dovuto per l'ingresso nella società) e delle difficoltà affrontate in questi anni per arrivare ad avere un'anagrafe completa degli utenti e dei contatori presenti sul territorio, rientrando così anche delle somme mai versate per i consumi effettuati. Bisogna recuperare liquidità, colpendo i clienti facoltosi, come ristoranti e hotel del Cagliaritano, ma anche strutture turistiche della Gallura o della Riviera del Corallo.
Per convincerli a pagare, Abbanoa ha seguito il regolamento varato dall'Autorità d'ambito che prevede una lunga procedura che inizia con il sollecito e finisce con lo slaccio del contatore e, nei casi più gravi, anche con il blocco del servizio fognario e la segnalazione dell'utente all'Asl oppure al Comune. Tra i morosi a cui è stato interrotto il servizio, tra il 2012 e quest'anno, Abbanoa segnala l'hotel Conca Verde di Santa Teresa di Gallura, gli alberghi Nexus di Palau, Al Faro e Le Mimose a San Teodoro, il night club La Perla di via Mameli a Cagliari, ma anche attività commerciali di Olbia, Villasimius e altre località costiere.
Altri hanno avuto lo slaccio, ottenendo poi di essere ricollegati alla rete idrica subito dopo aver versato quanto dovuto: è il caso, spiegano dagli uffici di Abbanoa, del Baia di Nora di Pula, dell'Acapulco di Palau, di Lu Riu ad Arzachena. Infine, non c'è stato bisogno di arrivare allo slaccio, perché hanno pagato subito, l'hotel Saraceno di Tortolì, La Jaccia di Arzachena, Alma di Alghero e il centro servizi Hermes di Muravera.
LA PROCEDURA «Non siamo così cattivi da mettere i sigilli alla prima bolletta non versata», spiega il direttore generale di Abbanoa Sandro Murtas, che ricorda anche le 204 denunce fatte dall'inizio dell'anno a danno di attività produttive (89 nel Cagliaritano) per scarichi fognari abusivi, contro le 97 del 2012. La procedura da seguire è codificata «a garanzia degli utenti», sulla base di un regolamento approvato dall'Ato, aggiunge Murtas. Il primo passo è una raccomandata che avvia la messa in mora dell'utente con 30 giorni di tempo per pagare. Trascorso questo periodo, una seconda raccomandata intima lo slaccio entro dieci giorni se non si versa la somma richiesta da Abbanoa, cui fa seguito un telegramma di preavviso dello slaccio con indicazione della data precisa di blocco della fornitura. A quel punto la procedura è avviata, anche se viene lasciata un'ulteriore possibilità: pagare, con tanto di penali e interessi, entro ulteriori trenta giorni per ottenere così il ripristino della fornitura. «Ce la mettiamo tutta per evitare conseguenze più drastiche», che peraltro ci sono: dopo i sigilli al contatore, infatti, c'è anche il blocco degli scarichi fognari (Abbanoa gestisce la depurazione). «D'altronde ci sono molti utenti che, pur di non versare cifre consistenti ad Abbanoa, comprano le autobotti d'acqua per andare avanti nella loro attività, fino a quando appunto non interviene il blocco degli scarichi, con conseguente segnalazione all'Asl e ai Comuni per inagibilità», conclude Murtas. La guerra a tutto campo contro i morosi va avanti. A colpi di sigilli e tubazioni cementate.
Giuseppe Deiana