Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

L’assedio dei disperati al Comune

Fonte: Sardegna Quotidiano
9 luglio 2013

 LA FILA AI SERVIZI SOCIALI

 POVERTÀ In tre anni triplicate le richieste di aiuto o di sussidio negli sportelli pubblici. A bilancio aumentate le risorse di oltre settecentomila euro per cercare di fare fronte all’emergenza

Triplicati dal 2010 e raddoppiati nell’ultimo anno: almeno novecento cagliaritani, ogni mese, bussano alle avrie porte degli uffici delle Politiche sociali del Comune. I sei uffici decentrati nel territorio con presenti le assistenti sociali (dalla Marina a San Michele, da San Benetto a Pirri, ma anche al presidio del Quartiere del Sole con Sant’Elia inclusa, e Is Mirrionis) ma anche il quarto e quinto piano del palazzone di piazza De Gasperi. E, davanti a chi lavora dietro banconi e scrivanie, ai tanti volti già noti se ne sono aggiunti un bel po’ di nuovi. Stilare l’identikit fedele del “classico” disagiato è inutile, perché il balzo pauroso di richieste di aiuto porta con sé un corollario, decisamente vasto, di cosiddetti “nuovi poveri ”. La categoria “new entry” è quella dei giovani tra i 30 e i 35 anni: con famiglia a carico o single, un lavoro improvvisamente perso o una bolletta che sfasa il precario bilancio mensile, e allora ci si rivolge a assistenti sociali o direttamente in piazza De Gasperi.

Chi arriva la prima volta mette le tende appena oltre la porta di ingresso dalla mattina presto, anche se gli uffici iniziano a popolarsi di personale a metà mattina. E, tra tagli nazionali e punti interrogativi regional,i alla voce “fondi da destinare agli enti locali per le povertà estreme”, non si possono accontentare tutti. C’è chi si presenta da solo e chi si tira dietro la prole. Il comune cerca di dare udienza a tutti, ma non può dire sempre “sì”. E allora c’è chi torna in continuazione, tampinando quell’assistente sociale che avrebbe allargato le braccia davanti alla richiesta d’aiuto o chiedendo di parlare direttamente con l’assessore. Andando bene. Sì, perché non mancano i casi di chi tenta il gesto disperato: bottiglia di benzina e accendino tre le mani, quasi sempre per cercare di attirare l’at - tenzione, ma la tensione c’è tutta. L’ultimo episodio sette giorni fa, con l’intervento dei carabinieri. Non si contano gli aumenti di decibel: urla e minacce, stringendo tra le mani carte che raccontano di debiti da pagare o di un figlio dato in cura a uno dei due partner, dopo la separazione.

È questa la quotidiana routine della truppa di centodieci persone che lavorano nelle Politiche sociali. Nel prospetto di bilancio stilato dalla giunta, intanto, tutte le varie voci sono in aumento. Non fa eccezione quella legata ai “contributi a persone e per emergenza sociale”. I numeri e le ragioni le spiega l’asses - sore comunale alle Politiche sociali, Susanna Orrù: «Un aumento di 700mila euro rispetto all’anno scorso, il totale della voce è di 4 milioni e 770mila euro. L’incremento è stato possibile perché, ragionando con gli altri assessorati, è stata tagliata qualche voce per cercare di coprire le crescenti richieste di aiuto», dice la Orrù, confermando «la media di novecento persone al mese, un forte aumento dettato dalla crisi generale che si riverbera anche sulla città, purtroppo non facciamo eccezione». Fabrizio Rodin, Pd e presidente della commissione Politiche sociali, rileva «la curva di incremento, un buon amministratore sa che il bilancio deve valere tutto l’anno. La Regione deve fare la sua parte, stanziando i fondi appositi sulle estreme povertà ». Paolo Rapeanu

IL PDL «PIÙ RISORSE PER LE PARROCCHIE»

Nel bilancio di previsione delle Politiche sociali i fondi per le parrocchie sono di 55mila euro. «Troppo poco, presenterò un emendamento per chiedere fondi in più per oratori e parrocchie, spesso sono l’ultimo presidio al quale si rivolgono i cittadini poveri », spiega Maurizio Porcelli (Pdl). L’ex assessore Anselmo Piras (Ancora per Cagliari) dice che «accorpare i capitoli di bilancio, che per ora è interno, non consente chiari controlli e lascia le forbici larghe, con massima discrezionalità per chi agisce e poca chiarezza sugli interventi alle nuove povertà». P. R.