Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’Anci: «Incompatibilità, il rimedio è la Regione»

Fonte: La Nuova Sardegna
8 luglio 2013

Una leggina del Consiglio potrebbe bloccare gli effetti del decreto anticorruzione C’è ancora molta confusione caso per caso e in questi giorni arriverà un dossier




CAGLIARI Controlli incrociati e consulenze varie, per capire meglio chi è davvero incompatibile con la politica, chi può continuare ad amministrare un ente pubblico ed essere allo stesso tempo, sindaco, assessore o consigliere comunale, o chi può, in fin dei conti è questa la sostanza, essere ancora e contemporaneamente controllore e controllato. Non tutto è ancora chiaro, le interpretazioni si sprecano, nonostante le continue circolari arrivate da Roma sull’immediata applicazione del decreto anticorruzione voluto ad aprile dall’allora governo Monti. A scatenare la confusione, si sa, è stato il provvedimento firmato dal ministro di Grazie e giustizia Severino, destinato a mettere al riparo la “macchina amministrativa” da tentazioni di ogni tipo e che invece, in pochi giorni, ha gettato nel panico molti amministratori da tempo in bilico fra incarichi dirigenziali nelle Asl, nelle Società pubbliche in house, nei Consorzi industriali e l’attività politica. Per precauzione tre presunti incompatibili si sono già dimessi (due assessori comunali a Cagliari e Olbia, e un direttore generale del Comune a Sassari) ma l’Anci Sardegna ribadisce che manca ancora «una interpretazione definitiva del decreto da applicare poi caso per caso» e «sarà proprio questa la settimana decisiva per capire meglio gli effetti della norma nei Comuni e nelle Province», e «soprattutto se avrà effetti retroattivi e fino a quando ritorna indietro nel tempo», come sostengono alcuni ma non tutti. Per questo anche l’Anci aspetta di mettere assieme un ultimo dossier, con all’interno anche le tre circolari arrivate di recente dall’autorità nazionale anticorruzione, il Civit, prima di inviare ai Comuni (ma servirà anche a Province e Regione) la «nota di chiarimento», come la chiama il direttore generale dell’Anci, Umberto Oppus, o per dirla in modo più spiccio: come le amministrazioni dovranno comportarsi per non violare il decreto Severino e non finire semmai sotto indagine da parte delle prefetture di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari in caso di mancata applicazione, o «applicazione parziale», ed è questo uno dei rischi che l’Anci vuole evitare ai vari Consigli comunali, che altrimenti rischierebbero pesanti se non la nullità degli atti firmati da chi è stato riconosciuto incompatibile. Ad esempio c’è da far subito chiarezza sul ruolo di chi è medico nelle Asl e anche amministratore pubblico. Uno degli articoli del decreto direbbe che sono incompatibili con la politica solo i direttori generali, amministrativi e sanitari, mentre tutti gli altri (compresi i primari, i direttori di dipartimento e delle strutture complesse) ma non tutti sono d’accordo. Anche i dirigenti scolastici aspettano di vedere chiarita la loro posizione. Oppure c’è chi fa una sottile differenza fra ruolo politico e amministrativo negli enti: il presidente di un Consorzio o di una Società in house sarebbe compatibile con le cariche politiche, mentre sarebbe tagliato fuori l’amministratore o il direttore delle stesse aziende pubbliche. Ma alla fine l’Anci una possibile soluzione l’ha trovata ed è questa: «La Regione, che ha competenza primaria sugli enti locali, può legiferare, chiarire meglio i criteri di incompatibilità, o comunque sospendere l’efficacia del decreto Severino in attesa di maggiori chiarimenti dal governo». Anche il presidente dell’Anci Sardegna, Cristiano Erriu, ha confermato che questa può essere una delle strade da seguire per uscire dall’emergenza e poi capire quali saranno le mosse che farà il governo, già impegnato a studiare il problema col ministro Delrio». È ancora più esplicito Umberto Oppus: «In nome dell’autonomia, possiamo rimediare a questo scempio».