Rassegna Stampa

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Caso "I 7 Vizi", parla il gestore: "Se apri un'attività ti vogliono morto"

Fonte: web Castedduonline.it
5 luglio 2013

    Infuria la polemica

di
Marcello Polastri
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Giovedì 04 Luglio 2013 | 09:05

Un via vai di ragazzi e ragazze, di studiosi che entrano ed escono dalle sale ricche di documenti e di libri. Poi, ci sono loro, i giovanissimi seduti davanti alle vetrate del ristorante "I sette vizi", con i divanetti all'esterno "messi a disposizione di tutti, gratuitamente, dal nostro locale".
Ci troviamo a Cagliari, dentro la grande Mediateca del Mediterrano dove non ci stanno a farsi etichettare come "rompiscatole" o irrispettosi delle regole, Emilio Callai e Marinella Barba, titolari del locale "I sette vizi" che siamo andati a trovare per meglio capire il punto di questa strana polemica, esplosa di recente.
Il grande ristorante situato all'interno della Mediateca comunale di Cagliari è finito nell'occhio del ciclone per il volume della musica giudicato "troppo alto" dai residenti della zona. "È gente viziata" raccontano i titolari del punto di ristoro. Perché il locale, di recente, è entrato nel vivo della  polemica un po' come accade - ogni estate - quando i locali della zona compresa tra via Pola e via Mameli, ospitano serate musicali.
Prima era Linea Notturna, poi il Kubrick, ed ora sarebbero "I sette vizi" a rendere insonni le notti di quanti risiedono in zona. Sarebbero, abbiamo scritto.  Perché in questi casi, il condizionale, è d'obbligo.
Già, e se all'origine del problema ci fossero per l'appunto solo vizietti e dispettucci?
Ad esempio tra quanti si lamentano per la musica "assordante" che proverrebbe dal locale?
Insomma, c'è chi ama il locale e la sua musica, ad esempio i frequentatori e chi invece, i residenti della zona,  non vorrebbe assistere al via vai d'auto e di clienti attratti dal ristorante.
"Ma quali rumori assordanti? Quale musica oltre l'orario stabilito dalla Legge?
Sono solo fesserie, pura invidia verso i nostri affezionati clienti".

È questa la versione che Emilio Callai offre in risposta alle nostre domande e che, adesso, rivolge  a quanti abitano in via Mameli.

"Ci eravamo incontrati con molti abitanti per trovate un'accordo, da persone civili e di buonsenso. Tutto filava liscio "ed ora riprendono a protestare nonostante facciamo musica solo nel weekend per giunta fino a mezzanotte". "Ci siamo dotati di un apposito impianto, installato davanti ad un tecnico della Asl, per monitorare il livello dei decibel e siamo nella norma". Non solo: "abbiamo anche ordinato nuove vetrate anti rumore" per togliere "le pinniche" a chi si lamenta. "Secondo voi basterà?".
Per Callai "a Cagliari vale il motto: se apri un'attività ti vorrebbero morto!".

Secondo i gestori del ristorante, all'origine della petizione contro i rumori molesti nel cuore della notte, ci sarebbe una non meglio precisata strategia, orchestrata per far guerra ad un locale frequentatissimo. Guardacaso il loro "è l'unico locale che comprare nominato nero su bianco nella petizione popolare recentemente spedita" dagli anti-rumore "al Comune di via Roma".

"Sapevate che ho organizzato apposite riunioni con chi si lamentava ed era tutto risolto? Poi - prosegue Callai - improvvisamente ho ricevuto dispetti, ho trovato le gomme della macchina squarciate, il lancio di uova all'ingresso del locale, hanno anche danneggiato le fiancate delle auto dei nostri dipendenti. Lo sapevate? Scrivete anche questo". Insomma sorge spontaneo chiederci: chi avrà ragione? Perché Callai, in una lunga intervista ha snocciolato tanti particolari anche inquietanti, come ad esempio quella sera: "c'era il gruppo musicale NonSoulFunky e arrivarono i Carabinieri, poi la Polizia municipale - racconta Emilio Callai - e si stupirono perché il volume della musica nel nostro locale era regolarissimo. Gli agenti ci chiesero spiegazioni perché, per l'ennesima volta, il loro intervento era stato sollecitato da quanti abitano di fronte al nostro locale. Tra il pubblico c'era anche il Sindaco, che seguiva la serata così risposi ai poliziotti: musica alta? Rumori molesti? Potrebbe domandare ai clienti e magari anche al primo cittadino che, come vede, ascolta la musica, come tutti in modo composto, in modo regolare".