Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

«Province? Tutto un inganno ma gli eletti siamo solo noi»

Fonte: Sardegna Quotidiano
4 luglio 2013

ROBERTO DERIU

L’Unione province sarde prepara il carico da novanta contro i commissariamenti delle cinque province e chiama a raccolta gli amministratori per gridare che «gli eletti dai sardi siamo solo noi». Il presidente dell’Ups che è a capo della provincia di Nuoro, Roberto Deriu, nel 2012, in piena campagna anticasta era stato uno dei pochi a denunciare «l’inganno sugli sprechi e la mala gestione» e a metterci la faccia mentre i partiti, anche quello in cui milita, il Pd, giocavano a nascondino dietro i numeri del quorum. A distanza di un anno dalla sbronza referendaria, con la nomina dei plenipotenziari incaricati dal governatore Cappellacci, il vento sembra cambiato e così Deriu spinge sull’acceleratore e soprattutto ripropone lo scontro frontale col presidente della Regione («non mi interessano i suoi complici». Presidente Deriu, ormai le province hanno un grande futuro alle loro spalle... La verità è che si sta lasciando alle spalle la democrazia. Così vuole il popolo referendario sardo... Il popolo esercita la sovranità nei modi stabiliti dalla Costituzione. Fuori dalla Carta fondamentale della Repubblica e dallo Statuto sardo resta solo un’oligarchia: quella di Cappellacci e dei suoi amici. Ma perché difende le tanto contestate province? Difendo la Costituzione sulla quale ho giurato e sulla quale ha giurato anche Cappellacci. Ma io alla mia parola ci tengo. Per la verità, Cappellacci sostiene che voi tenete soprattutto agli incarichi e ai gettoni, definendovi “lobby delle poltrone”. Il nostro incarico, come quello del presidente della Regione, ci deriva dal voto dei sardi e ci teniamo a rappresentarli. Quanto al potere, invece, mi pare che lui l’abbia tutto nelle sue mani con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. A scorrere i nomi dei commissari delle province non sembra che Cappellacci abbia fatto l’amplein. Possono essere tratti anche dal libro dei sogni, il punto è che non li ha eletti nessuno e prendono il posto degli amministratori votati dai sardi. Per questo vi siete convocati tutti questa mattina a Cagliari? Riuniamo gli eletti delle province sarde: ed è un titolo che nessuno può toglierci. Sì, ma perché vi ritrovate? Per rivendicare la democrazia. Con quali iniziative concrete? Innanzitutto ci sono i ricorsi alla Corte Costituzionale ma dobbiamo mobilitare le coscienze perché i sardi si ribellino a questa fiera delle ipocrisie. Quali sono queste ipocrisie? In primo luogo l’inganno dei referendum illegittimi che chiedevano una cosa e ne decidevano un’altra. E poi? E poi l’inganno sugli sprechi per distrarre i sardi dal debito miliardario di Abbanoa, dalla gestione dei fondi dei gruppi politici in Regione, dai ritardi nella spendita delle risorse comunitarie, dal coacervo delle 1.953 leggi regionali vigenti che costituiscono un mostro giuridico che nessun cittadino e nessuna impresa riesce più a sopportare. Davanti a tutto ciò Cappellacci con i commissari nominati nelle province getta la maschera. Guardi che Cappellacci non può aver fatto tutto da solo... È lui che firma i decreti del referendum e di nomina dei commissari, non vale dire che ci siano dei complici quando un presidente è eletto direttamente dal popolo. E se Roberto Deriu sarà eletto alla presidenza della Regione ripristinerà le province in Sardegna? Sono per l’Autonomia e per il rispetto dello Statuto sardo che stabilisce che le province possono essere modificate solo col voto delle popolazioni interessate e ciò vuol dire che non possono essere i cagliaritani a decidere se i galluresi, ad esempio, possono o no avere la loro provincia. Invece è proprio sicuro che il candidato presidente del centrosinistra sarà scelto con le primarie? Così ha deciso l’assemblea regionale e la direzione del Pd e spetta al segretario arrivare a un accordo con gli alleati. Teme di più: Renato Soru, Gianfranco Ganau o Francesca Barracciu? Cappellacci. Non dobbiamo pensare a chi di noi deve vincere ma a far vincere il nostro progetto che manda a casa Cappellacci e la sua oligarchia. Il punto irrinunciabile di questo progetto? La scuola è la vera frontiera della politica sarda, serve una scuola sarda non solo migliore di quella abbiamo ma che diventi la migliore tra quelle italiane.

Antonio Moro