Le bellezze sepolte
di
Marcello Polastri
Lunedì 01 Luglio 2013 | 22:40
Cagliari inedita, da scoprire tra pipistrelli, leggende e bellezze sepolte. Si nasconde sotto Cagliari, a dieci metri di profondità, un suggestivo passaggio sotterraneo. Dall'orto dei semplici, usato dai frati cappuccini per coltivare le loro piante officinali, fuoriesce nel sottosuolo dell'anfiteatro romano. Ma perché?
È un luogo di grande interesse sconosciuto ai più, un bel giardino e le sue grotte, circondato dalle via Sant'Ignazio e Merello.
Il cunicolo collegava l'anfiteatro a una grandiosa cisterna sotterranea. È uno dei più grandi e spettacolari serbatoi dell'antichità presenti in Sardegna.
La monumentale cisterna, scavata nel duro calcare, supera i 1200 metri di sviluppo ed è ricoperta di terra che vale quanto oro. Perché contiene resti di recipienti antichi ed è frammista a escrementi dei pipistrelli.
Un mix di umus organico, usato sul finire del 1500 dai cappuccini per coltivare le piante.
Circa un anno fa, con il giornalista e fotografo Alessandro Congia, nel ripercorrere questi siti, ho rivissuto grandi emozioni che legano la mia infanzia alla Cagliari sotterranea. Da un lato è stato bello trovare i sotterranei molto simili a quando li esplorai, quand'ero poco più che bambino. Dall'altro lato, dispiace che questi luoghi della memoria siano ancora confinati nel limbo del dimenticatoio. Lo abbiamo raccontato in tv, nel condurre le telecamere della trasmissione Scoprire in onda tutti i martedì alle 21,30 su Sardegna 1.
Nel ripercorrere la storia, abbiamo scoperto che a usare questi luoghi reconditi, furono i Romani: trasformarono, con fiumi di sudore, una cava di pietra in serbatoio d'acqua, raccordandola poi a un antico acquedotto. Anch'esso sotterraneo. A sua volta collegato a una miriade di altre stanze, rese impermeabili con uno stucco formidabile: il cocciopesto.
Poi, durante la dominazione romana della città - lo dimostrò la scoperta di un graffito che gli archeologi hanno considerato paleocristiano - la spettacolare cisterna e il cunicolo sarebbero stati usati, duemila anni fa, per gli spettacoli che si svolgevano nel vicino anfiteatro.
E bravi i Romani. Modellarono nella nostra terra opere monumentali e le fecero fruttare, utilizzandole a lungo.
Una leggenda (resti tra noi, sbagliando di grosso), racconta un fatto curioso: le acque che scorrevano nel cunicolo erano utili per far allagare l'arena del vicino anfiteatro. Uno stratagemma che avrebbe consentito lo svolgimento di naumachie, vale a dire solenni battaglie navali. Uno spettacolo teatrale di certo suggestivo. Al quale non ho mai creduto. È invece più plausibile l'uso del condotto per trasportare i condannati a morte, ai tempi di Diocleziano, durante gli spettacoli tra uomini e gladiatori, anche durante l'esecuzione delle sentenze capitali alle quali erano avvezzi i cittadini della Karales romana. Già, un po' come accadeva a Roma.
Ai giorni nostri, nel vecchio orto dei semplici, non ci sono turisti o visitatori. Così, godendo della quiete, grandi colonie di pipistrelli, composte da un migliaio di esemplari, dimorano in quelle caverne ereditate dai popoli colonizzatori.
Lo sanno in pochi, ed in un certo senso va bene così. Perché sono loro gli abitanti che vivacizzano il nostro patrimonio sotterraneo, al quale dedichiamo questo pensiero di ammirazione e, in segno di gratitudine, parte di una puntata tv. Già, ai pipistrelli di Cagliari sotterranea e che, simili a topolini volanti, debellano la città dalle zanzare che ronzano nei lampioni stradali.
Ora, quando vedrete un pipistrello in città, saprete anche questo: abita sotto l'ex ospizio di via Sant'Ignazio. Giovani e vecchi, nelle caverne dell'ex casa di riposo... custodi di un mondo incantato. E sconosciuto ai più.