Via Gallinara
IL CONTENZIOSO Costruttore al Tar contro il Comune E chiede un maxi indennizzo in caso di abbattimento
Dodici milioni in caso di abbattimento. Se resta in piedi, “solo” sette per danni economici e morali. L’ulti - mo atto nella complessa storia del palazzo di via Gallinara risale a venerdì. Un ricorso al Tar, contro il Comune e un privato cittadino, depositato dalla Progetto Casa costruzioni srl. È la società dell’imprenditore Franco Cardia (amministratore unico, anche presidente del Progetto calcio Sant’Elia e ex candidato al consiglio comunale con l’Udc), che ha costruito e venduto gran parte degli appartamenti del palazzo di cinque piani nel Quartiere Del Sole a due passi dallo stagno di Molentargius. Proprio per la sua vicinanza a una zona umida, dal 2007 i 3900 metri cubi sono al centro di ricorsi, sentenze, controsentenze e sequestri. Oggi, su diciassette appartamenti ben dieci risultano venduti a privati, e i rimanenti in affitto. «La doppia ipotesi di danno ci sta tutta: il Comune ha disatteso la legge regionale attualmente in vigore, che dice che le costruzioni entro i trecento metri da stagni naturali o mari non necessitano del parere paesaggistico », spiega Franco Cardia, che elenca «mutui che non ho potuto trasferire e interessi che aumentano, caparre elevate per l’acquisto degli appartamenti e le spese legali. Il dirigente dell’edi - lizia privata, Riccardo Castrignano, ha mandato la richiesta di abbattimento il giorno prima della legge regionale, una cattiveria». La storia del palazzo color panna è costellata di atti legali dal secondo successivo al via libera alla costruzione. Il 7 agosto 2007 Cardia ottiene la concessione edilizia per costruire, ma Alberto Onali (villetta dietro il cantiere) muove ricorso al Tar contro la costruzione del palazzo, e ne esce sconfitto a aprile 2008. A lavori già iniziati, nel 2009 il Gip Luisanna Melis fa sequestrare dal Corpo Forestale il cantiere: nulla osta paesaggistico assente e mai richiesto da Cardia. Accuse: falso ideologico e violazione di norme urbanistiche e paesaggistiche. Nel registro degli indagati entra anche Mario Mossa, già allora dirigente del servizio Edilizia privata (accuse di falso ideologico per aver firmato la licenza nel 2007). Il Tribunale del Riesame, a maggio 2009, leva i sigilli: le motivazioni sono sconosciute, gli avvocati di Cardia dicono che «il nulla osta non è necessario, concessione legittima». Altra sorpresa: a giugno una delibera regionale (impugnata dagli ambientalisti davanti al Tar) interpreta le norme paesaggistiche e “sana”le opere urbanistiche nella fascia dei 300 metri. Il 4 ottobre 2012 diventa legge, l’approva il Consiglio regionale. Il Comune, a ottobre 2012, invia ai condomini del palazzo di via Gallinara l’or - dine di demolizione entro tre mesi, dando esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato che dichiara illeggitima la concessione edilizia, tralasciando quanto deciso in Regione. P. R.