Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Nuovo intervento dei vigili “caddozzoni ” al posto dei baretti

Fonte: Sardegna Quotidiano
28 giugno 2013

Poetto

 IPPODROMO Mentre gli operai stavano smontando Fico d’India e Sesta Area, la Municipale ha fatto sgomberare un secondo autobar abusivo che ristorava i bagnanti orfani dei chioschi

I “caddozzoni ” al posto dei chioschi non è certo la riqualificazione che il Comune sognava. Ieri un altro autobar ha preso il posto dei baretti, fino all’intervento dei vigili, che ha portato alal chiusura del baretto abusivo con contravvenzione. Già martedì i vigili urbani erano intervenuti al vecchio Pronto soccorso dove le sedie e i tavolini anzichè essere in vendita, venivano utilizzati per ristorare i bagnanti. Un’immagine che aveva scatenato la rabbia della titolare dell’Igua - na, il chiosco lì vicino che martedì ha ricevuto l’ordine di chiusura.

IL CHIOSCO “MOBILE” Ieri la scena si è ripetuta, con un altro autobar posteggiato lì vicino. Mentre gli operai caricavano sulle gru gli ultimi due chioschi del tratto prima del vecchio Marino, il nuovo “caddozzo - ne” è comparso dove un tempo c’era il Corto Maltese. Nonostante l’inter - vento del giorno prima da parte della Municipale, il proprietario ha fiutato l’affare del Poetto senza baretti e ha pensato bene di accontentare i bagnanti. Per decine di famiglie disperate per i posti di lavoro caricati sopra una gru e parcheggiati all’ippodro - mo, c’è qualcuno che ha approfittato del vuoto sull’arenile. Ma la discrezione del chiosco “volante ” non è passata inosservata e qualcuno ha avvisato la Municipale. Giunti sul posto i vigili non hanno gradito l’intru - sione abusiva e hanno multato il barista. Il tratto dalla sesta all’ottava fermata (il vecchio Marino) è il più vasto del Poetto cagliaritano senza il cemento degli stabilimenti, e sono sei i concessionari che hanno (o, meglio, avevano e probabilmente riavranno) un chiosco in quel tratto di arenile. Il Miraggio, Il Nilo, il Calypso e il Corto Maltese sono già stati smantellati e trasportati dentro il recinto dell’ippodromo e ieri gli operai hanno caricato il primo e l’ultimo dei chioschi di quel tratto di Poetto: Sesta Area e Fico d’India.

STUPORE TRA I BAGNANTI Tra lo stupore dei bagnanti, che mentre prendevano il sole si godevano lo spettacolo delle gru all’opera, attribuendo tutte le colpe all’a m m i n i st razione comunale. Perché a prescindere dall’assurda situazione delle licenze per il Poetto (tra abusi, processi, ricorsi, controricorsi, decreti e carte del Pul in viaggio tra gli uffici) ciò che vedono cagliaritani e turisti in spiaggia sono gli operai che smontano i chioschi. E le cause (difficili da comprendere appieno anche dagli addetti ai lavori) passano in secondo piano, di fronte all’evidenza delle conseguenze. Nell’ultima fase della contorta vicenda dei chioschi il Comune aveva sollecitato i gestori a smantellare le strutture provvisorie di legno per poterle risistemare con autrorizzazioni valide fino al 31 dicembre. E se molti gestori hanno scelto le vie legali, chi ha seguito la strada più breve è il chiosco Le Palmette della Prima fermata: anche lì i lavori sono in corso, ma per rimontarlo. Poco più avanti, alla Quarta fermata, c’è l’u n ico chiosco rimasto in vita, perché dei due superstiti solo l’Emerson è ancora aperto mentre l’Iguana ha dovuto issare bandiera bianca. Come vengono smantellati i baretti le carte finiscono sul tavolo della conferenza di servizi che sta cercando una soluzione per farli tornare al loro posto. Nel giro di due settimane il Comune dovrebbe dare una risposta e i baretti potrebbero tornare al Poetto. Solo che tra mareggiate e lavori molti sono danneggiati e hanno bisogno di manutenzione. E dovrebbero essere le ultime spese, prima di vendere qualche gelato. Sempre in attesa del Pul, con le autorizzazioni valide fino al cenone di Capodanno. Marcello Zasso