Rassegna Stampa

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La lenta rinascita di via Cinquini: oltre la droga si riparte dal verde

Fonte: web Castedduonline.it
27 giugno 2013

Reportage a San Michele

 



di  Redazione Casteddu Online


 


Dicono di sentirsi in “ostaggio” di tossici e spacciatori, ma è un problema che si trascina da anni, sebbene qualcosa si stia muovendo per risolvere definitivamente la situazione. In Via Cinquini,  sotto il colle di San Michele, il via vai continuo di giovani che si ritrovano nei pressi della cabina elettrica, proprio a poche decine di metri dall’ex circoscrizione (ormai chiusa e sorvegliata dalle telecamere), mette ogni giorno in allarme gli abitanti del quartiere: semplici cittadini, per lo più gente anziana, ma anche coppie di giovani con bambini, soprattutto loro, i piccini il più delle volte costretti a rimanere chiusi in casa per il pericolo di pungersi con le siringhe gettate un po’ ovunque,tra i marciapiedi, nei vialetti di ciò che somiglia ancora per poco a qualche sporadico giardinetto, situato tra via Ranieri Sampante e Via Betto Alliata. E nel dossier fotografico del giornalista e fotografo Alessandro Congia, le immagini tristi e desolanti di alcuni giovani intenti a “bucarsi”, appare proprio come un pugno nello stomaco, scene emblematiche cui sono abituati i residenti del rione. Dalla finestra di un giovane che ha comprato casa recentemente, si scorge fi tutto, addirittura “questo pomeriggio erano almeno una decina che si facevano, uno schifo”.
«Siamo stufi – dice una signora anziana del secondo piano, che mantiene obbligatoriamente l’anonimato – stanchi ed impauriti di assistere ogni giorno, a qualunque ora a scene raccapriccianti, giovani che si bucano davanti ai nostri occhi, col sangue che cola dalle loro braccia, senza nessun ritegno. Con i bambini – aggiunge un pensionato al pian terreno – (che ci apre il portoncino di ingresso del piccolo condominio – n.d.r) che vedono i drogati che si scambiano le dosi, si siedono lungo il muretto di cinta davanti alla scuola e si iniettano la dose. E’ Vergognoso, basta non ne possiamo più – evidenziano marito e moglie affacciati alla finestra di fronte all’ex sede circoscrizionale di via Cinquini».

L’ALLARME. E dire che quel quadrilatero di quartiere tra Via Cornalias, Via Cinquini, Via Bacu Abis e Via Serbariu, è stato in questi ultimi anni al centro di numerose polemiche, portate avanti da  diversi comitati di cittadini, gente comune che ha voglia di riscattare un rione spesso lasciato nel dimenticatoio, con aree degradate, sporche, “colme” di problemi sociali, tossicodipendenza e legati all’emarginazione. Sit-in di protesta, conferenze stampa, incontri pubblici, che servirono almeno in parte a sollevare il problema e far intensificare i controlli delle forze dell’ordine. «E’ vero – dice un ragazzo poco più che ventenne – passano spesso le Volanti, i poliziotti si fermano, chiedono i documenti ai tossici e vanno via. Purtroppo non possono fare altro – aggiunge la madre del ragazzo – e il più delle volte siamo stati costretti a chiamare il 113 perché si sentono urla e lanci di bottiglie in strada, provenienti proprio dalla cabina elettrica, dove si rifugiano i tossici per bucarsi, lontano da occhi indiscreti»

UN PASSO IN AVANTI. Sebbene il continuo ed indisturbato via vai dei drogati e spacciatori non sia cessato, (di recente avevamo anche pubblicato il foto-servizio in cui vennero bruciate le tende da campeggio dei tossici, nei pressi della scuola), dal palazzo municipale arrivano alcuni spiragli di luce. L’area verde di via Cinquini, dopo tante polemiche, verrà idealmente “adottata” dai cittadini. Una vera e propria vittoria per il consigliere comunale Paolo Casu, che dopo una lunga battaglia ha visto approvata la sua mozione: «Da diversi mesi – dice Casu – tra esposti alla Asl, Procura della Repubblica e al Sindaco ma anche ad A.R.E.A. edilizia popolare, l’ex sede della circoscrizione è stata bonificata, ripulita e chiusa, in quanto era diventato un immondezzaio tra siringhe e sporcizia. Rimaneva da risolvere – evidenzia sempre il consigliere -  l’incombenza di un’area finita in mano ai tossicodipendenti, per troppi anni. Ora spontaneamente i cittadini stessi potranno prendersi cura di quel terreno, anche con la collaborazione delle scuole, dei volontari e non solo, potranno essere messe a dimora piante e fiori cedute gratuitamente dalla Forestale e tante altre iniziative volte a far cambiare totalmente immagine quel quartiere che ha voglia di cambiare rotta. E quel che rimane di quel fatiscente rudere ancora in mano ad A.R.E.A – conclude Paolo Casu – può essere trasformato in un locale da adibire ad attività sociali, ludico-ricreative e non solo».

FotoServizio di Alessandro Congia