Cellino ha acquistato in Spagna tribune provvisorie da montare in pochi mesi Trattativa col Comune per realizzare uno stadio all'inglese, c'è già il progetto
Grandi manovre tra Quartu e Cagliari. Anche se l'iscrizione per il prossimo campionato è stata fatta a Trieste, si lavora, e tanto, sul fronte sardo. La squadra rossoblù avrà una casa. Is Arenas - dove il cantiere è di nuovo in attività - è congelato per «abusivismo» e mancanza di agibilità. È sul Sant'Elia che si riprende a giocare forte. I tubi Dalmine per costruire le tribune sono in arrivo dalla Costa Blanca spagnola e ieri il sindaco Massimo Zedda ha annunciato che ci sono cinquecentomila euro pronti per interventi di manutenzione. Insomma, con un enorme inpegno, ci sarebbero le condizioni per avere uno stadio utilizzabile già tra due mesi. La soluzione è provvisoria, ovviamente, per scongiurare un'altra stagione di incertezza e di esilio, mentre si continua a pensare se e come accettare la proposta presentata un anno fa dal club al Comune: demolire il vecchio gigante malato e rifare nella stessa area un impianto moderno, ecologico e all'inglese. Intervenendo “chirurgicamente” pezzo a pezzo con lo stadio funzionante.
ACCORDI CON IL COMUNE Dopo l'interruzione dei rapporti tra palazzo Bacaredda e viale La Playa, due mesi fa le parti hanno ripreso a dialogare. Riunioni tecniche e poi il comunicato ufficiale. «La proposta che avrebbe riportato la squadra a giocare al Sant'Elia già dalla prossima stagione non è allo stato percorribile nei termini ipotizzati anche per i costi necessari. Il Cagliari calcio continuerà quindi a perseguire la soluzione alternativa in corso, confidando in un esito positivo, altrimenti potrà riprendere un confronto sul Sant'Elia per renderlo almeno in parte utilizzabile già da fine agosto con costi il più possibile contenuti». Purtroppo l'esito positivo non c'è stato, Is Arenas non ha le carte in regola (neppure) per essere accettato dalla Lega, e il «confronto», che non si è comunque mai interrotto, ora dovrebbe concludersi felicemente. La società - fanno sapere fonti autorevoli - ha già acquistato (da una ditta di Alicante) i pezzi che servono per montare tre settori (i Distinti e le Curve). La tribuna centrale invece sarebbe quella esistente, con un lifting. Poi ieri, durante la conferenza stampa per il piano triennale delle opere pubbliche, Zedda ha detto: «C'è mezzo milione di euro per la manutenzione, un intervento che potrà rendere lo stadio idoneo all'uso quasi subito». E ha pure aggiunto che il Cagliari avrebbe addirittura potuto indicare il Sant'Elia già per l'iscrizione alla stagione 2013/2014, come dire che non è soltanto ottimismo politico il suo, ma una certezza. Certo, la questione del debito pendente va affrontata immediatamente, anche perché «lo impone la Corte dei Conti».
IL CONTENZIOSO La convenzione è stata annullata dall'ufficio sport ad agosto 2012, «per le gravi e continue violazioni da parte del Cagliari calcio. In particolare nella violazione quasi integrale dell'obbligo a versare il canone annuale di 50 mila euro». La società è stata condannata a pagare (in primo grado) 2 milioni 800 mila euro (e il Comune per questo ha pignorato i diritti Sky). Per contro Cellino ha chiesto 25 milioni di danni: l'accertamento tecnico preventivo è stato depositato nei giorni scorsi in tribunale. Ora la parola passa ai tecnici del club per la “replica”. Fiduciosi i mediatori, si raggiungerà un accordo, in nome dell'interesse generale che è soltanto uno: salvare la squadra dei sardi, dalla morte e dai viaggi della speranza. L'ultima partita al Sant'Elia è datata primo aprile 2012, era Cagliari-Atalanta. Una settimana dopo i rossoblù hanno sfidato l'Inter a Trieste, dove hanno concluso il campionato. Alla fine del mese viene siglato l'accordo con il Comune di Quartu per realizzare Is Arenas. Ed è stato l'inizio di un incubo che non è ancora finito.
IL PROGETTO La società, un'idea concreta per il futuro ce l'ha pronta. Il progetto lo ha scritto l'ingegner Mario Marongiu, lo ha illustrato un anno fa ed è ancora valido. «Dopo poco meno di mezzo secolo di “onorato servizio”», sottolinea la relazione, il Sant'Elia è un malato terminale che non può essere salvato. Il Cagliari calcio, a proprie spese, demolirebbe la vecchia struttura e su parte di quella superficie liberata ricostruirebbe il nuovo stadio della città, piccolo, da 22 mila 300 posti, all'inglese, una distanza di sette metri e mezzo fra le tribune e il campo, con una visuale ottimale da ogni punto, per creare un'atmosfera di forte impatto con i tifosi. Senza barriere architettoniche, eco-compatibile, in grado di ospitare anche eventi diversi, spettacoli e concerti. L'impianto verrebbe regalato al Comune, diventerebbe patrimonio pubblico, i rossoblù lo utilizzerebbero gratuitamente per un certo periodo di tempo, quanto basta per ammortizzare i costi, e poi comincerebbero a pagare un canone.
Cristina Cossu