Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Veltroni è con Soru: «Ma riprenda il lavoro»

Fonte: La Nuova Sardegna
27 novembre 2008

GIOVEDÌ, 27 NOVEMBRE 2008

Pagina 3 - Fatto del giorno

di Filippo Peretti 



Oggi Migliavacca a Cagliari per la verifica Il Pd annulla il vertice, gli alleati protestano




CAGLIARI. Walter Veltroni si è subito schierato dalla parte di Renato Soru ma lo ha invitato a ritirare le dimissioni da presidente della Regione. Per cercare di risolvere la crisi politica, compresa quella del suo partito, il segretario nazionale del Pd ha inviato a Cagliari per le prime consultazioni Maurizio Migliavacca, tessitore di buona esperienza. Il lavoro da fare non manca, anche perché cresce la tensione tra Pd e alleati: il vertice di domani è stato annullato. E ci sono quattro settimane per trovare un’intesa. Altrimenti si andrà a votare il 22 e il 23 febbraio.
La trattativa sulla soluzione della crisi e sugli scenari del 2009 è complessa. Dato che la bocciatura dell’emendamento della giunta sulle procedure per il Piano paesaggistico delle zone interne non è la vera causa della crisi, i partiti - a iniziare dal Pd - dovranno affrontare subito i nodi politici più scottanti e per troppo tempo rinviati. A iniziare dalla leadership elettorale. A conferma che la crisi non è esplosa sul Ppr ma sulle rivalità interne, c’è il fatto che i dissidenti dell’aula (la maggioranza del Centrosinistra) sono gli stessi che chiedono le primarie per contrastare la conferma di Soru. Ma Soru, con le dimissioni, ha ora assunto una posizione di vantaggio, perché può far saltare l’ipotesi delle primarie anche se dovesse rititare le dimissioni o comunque imporsi come candidato unico in caso di elezioni anticipate: le liste dovrebbero essere presentate entro il 10 gennaio e altri non avrebbero il tempo di organizzarsi.
Secondo fonti della presidenza, Renato Soru starebbe per dettare tre condizioni per ritirare la lettera di addio e confermare le elezioni a giugno. La prima: niente primarie e quindi lui candidato unico del Centrosinistra. La seconda: Finanziaria blindata per evitare sorprese e logoramento in Consiglio regionale. La terza: commissariamento del Pd con un esponente nazionale come garanzia per porre fine agli scontri interni. Oggi, con l’arrivo di Migliavacca a Cagliari, si inizierà a parlarne.
Ieri Veltroni ha preparato il clima con una telefonata di solidarietà a Soru. Veltroni, è detto in una nota, «ha assicurato l’impegno pieno e comune del Pd perché l’esperienza di governo della Sardegna che in questi anni ha prodotto risultati importanti non si interrompa». Pertanto «il Pd lavorerà da subito per ricreare le condizioni politiche necessarie a riprendere il lavoro della giunta Soru guardando innanzitutto all’interesse della Sardegna».
Un appello perché si ritrovi l’unità è stato rivolto da Enrico Letta, che ha espresso «grande preoccupazione». Dopo aver parlato di «rischio che si interrompa un percorso virtuoso che in questi anni è stato possibile grazie alla determinata guida della Regione da parte di Soru», l’ex ministra ha detto se non ci sarà un ripensamento «le responsabilità di questa gravissima situazione ricadranno tutte su chi l’ha provocata».
A sostegno di Soru, nel Pd, anche il ministro ombra dell’ambiente, Ermete Realacci, secondo il quale ha voluto sottolineare la positività del lavoro «fondamentale» svolto dalla Regione Sardegna in questi anni. Sulla stessa lunghezza d’onda anche le associazioni Wwf e Legambiente e la segretaria nazionale dei Verdi Grazia Francescato (mentre a livello regionale i Verdi hanno invitato Soru a ricercare il consenso nella coalizione).
Ancora critico col vertice nazionale Arturo Parisi: «Il voto in Consiglio - ha dichiarato l’ex ministro - è purtroppo solo una conferma, una conferma ulteriore delle divisioni che attraversano la coalizione di governo. E’ assolutamente evidente che o si ritrova l’unità del Pd e del Centrosinistra, una vera unità, o si rischia una divisione difficilmente componibile». Secondo Parisi può essere ritrovata, non c’è alternativa. Pertanto «i giorni che ci attendono debbono essere dedicati a rimuovere le cause che sono all’origine della divisione. La somma del lavoro di questa legislatura è per me ampiamente positiva. Non possiamo permetterci che alcuni addendi sicuramente negativi facciano dimenticare questo fatto».
Il livello nazionale è utile a Soru, ma in ogni caso la crisi deve essere risolta in Sardegna. I dissidenti del Centrosinistra ieri hanno preso posizione (come si legge nel pezzo in questa pagina) invitando il presidente a ritirare le dimissioni. La segretaria del Pd, Francesca Barracciu, al termine di una riunione della segreteria, ha convocato la direzione per lunedì e ha affermato che chi i dissidenti «hanno parlato a titolo personale e non per conto del Pd». Nel voto in Consiglio regionale, ha aggiunto, «è stato consumato un fatto di enorme gravità» perché «era stato trovato un accordo tra giunta e coalizione ma una parte della maggioranza e dei consiglieri del Pd ha mostrato non solo di non condividere un punto fondamentale della politica di governo del territorio ma soprattutto ha rotto il patto di fiducia col presidente», che «con grande coerenza non poteva che dimettersi». Ed è «inoltre grave che una parte del gruppo del Pd, contraddicendo le politiche di governo del territorio, abbia disatteso la linea definita col presidente e sostenuta in aula dal capogruppo Biancu». Il tono della Barracciu è di chi intende adottare il pugno di ferro. «Ora - ha concluso - vanno percorse tutte le strade per rinsaldare le fila della coalizione. Il Pd assume l’impegno e sollecita il concorso di tutte le forze del Centrosinistra per ricreare le condizioni di unità e chiarezza necessarie per portare a termine, senza sguardi nostalgici al passato, l’azione riformatrice che ha caratterizzato l’azione di Soru e del Centrosinistra in questa legislatura. In caso contrario, la cosa migliore è restituire la parola al popolo sardo e prepararci da subito per il voto». Non un accordo a tutti i costi, quindi.
La Barracciu ha però annullato la riunione di domani tra i segretari del Centrosinistra convocata per parlare delle primarie. Dopo le proteste degli alleati, la segretaria ha spiegato che la decisione è stata presa non per mancata di rispetto degli altri partiti ma perché «abbiamo ritenuto opportuno avviare prima un chiarimento al nostro interno» dato che il maggior numero di dissidenti è stato proprio nel Pd.
A protestare è stato a voce alta soprattutto il coordinatore dell’Italia dei Valori, Federico Palomba: «Se con le sue dimissioni fondate sul venir meno di una maggioranza il presidente Soru ha decretato la fine della coalizione del 2004, annullando la sua partecipazione all’incontro dei partiti fissato per venerdì, la segretaria del Pd sembra voler notificare la volontà del suo partito di non voler promuovere un’altra coalizione». Se così fosse l’Idv «verificherà l’esistenza di ogni alternativa per una nuova coalizione e proporrà agli altri partiti che ci si incontri ugualmente, magari nello stesso giorno». Non è ancora ufficiale, ma l’incontro - ma senza il Pd - dovrebbe tenersi sempre domani.
Nell’Idv ha parlato ieri il consigliere regionale che ha votato con Soru, Adriano Salis (mentre Giommaria Uggias è con i dissidenti). «Auspico - ha detto Salis - che il Pd possa prontamente sanare le proprie divisioni per consentire a Soru il ritiro delle dimissioni».