Il Rigamonti in Mompiano resta alle Rondinelle, lo stadio di Brescia il Cagliari lo vedrà con i binocoli ma, forse, è meglio così. Il sindaco Emilio Del Bono ha detto no: ci ha pensato solo perché, ma sì, qualche partita l’avrebbe potuta concedere. Solo che il presidente della Lega, Maurizio Beretta ha messo paura con quel perentorio «tutte le partite di campionato devono essere disputate sul campo indicato». E il sindaco bresciano si è ritirato in tutta fretta, il suo Rigamonti non lo dà, crede «non vi siano le condizioni necessarie per accordare l’autorizzazione richiesta ». In primo luogo la sicurezza, appendice del “primo luogo” l’occasione particolare delle partite “bollenti ”. Poi ci sono le spese e zero guadagni in cassa che hanno chiuso ai rossoblù l’ennesima porta in faccia. E allora il Cagliari senza stadio è morto. Ma sono ore in cui una defibrillata arriverà o da Quartu o da Cagliari, perché nessuno ha intenzione di celebrargli i funerali. Entro domani la Lega dovrà conoscere il nome dello stadio in cui giocheranno i rossoblù. Si “smargherita”, Sant’Elia o Is Arenas? Il presidente della regione Ugo Cappellacci due giorni fa ha incontrato il sindaco Massimo Zedda per rimettere sul piatto lo stadio cagliaritano. «Pronti a una riqualificazione, che vuol dire anche demolizione e ricostruzione, basta sia rispettata la trasparenza». Chi paga? Il privato che vorrà realizzare l’opera, ma le istituzioni sono unite, pronte in qualche modo a supportare la squadra. «Vogliamo che il Cagliari torni al Sant’Elia», ha specificato Massimo Zedda. L’altro Massimo, Cellino, ora sa anche questo ma nel frattempo, gli piange il cuore, Is Arenas, sweet Is Arenas. Ora questa sera alle 18.30 la maggioranza di Quartu si riunisce per parlare dello stadio. Cosa potrebbe fare per accelerare i tempi? Dare il via libera ai lavori del Cagliari nello stadio, in modo tale che quegli “errori ” strut - turali vengano aggiustati. Di più non può. Ci vorrebbe ancora del tempo, come un sopralluogo a fine dei lavori e il sì della Commissione di vigilanza Provinciale. Paradossalmente per una questione prettamente tecnica il parere positivo del prefetto Giuffrida ha valore relativo. Insomma, non è che oggi il sindaco Mauro Contini possa dire che Is Arenas è pronto, o “è agibile”. Dirà, probabilmente, che il Cagliari può indicare lo stadio di Quartu alla Lega, che nel frattempo si faranno i lavori ed entro agosto tutto sarà pronto. «Non dipende solo dal Comune di Quartu - ha detto ieri Contini in consiglio - tutta l’amministrazione sta lavorando perché il Cagliari giochi a Quartu, tutto nel rispetto delle leggi ». A questo punto da una terribile tragedia potrebbero scaturire briciole di ore fortunate, le più fortunate degli sventurati due anni, almeno il Cagliari ha davanti una scelta a destra e l’altra a sinistra. Tornare da Contini, oppure fidarsi della buona volontà di Zedda e Cappellacci. Mancano poche ore, la Lega aspetta. Di certo sarà “per tutta la stagione”. E a questo punto il Rigamonti sta meglio in Mompiano.
Virginia Saba
ABBONATI I RIMBORSI IN BUONI O CONTANTI
Sul sito del Cagliari intanto ieri è comparsa un’altra nota per gli abbonati dopo quella dello scorso 29 maggio. A partire da ieri pomeriggio al Cagliari Point di Viale la Playa ha avuto inizio «la campagna di rimborso delle quote di abbonamento 2012/13 relative alle gare non disputate, disputate a porte chiuse o in altro impianto diverso da quello di Is Arenas». Queste le alternative indicate dalla società per avere il rimborso. «Gli abbonati, dietro presentazione dell’abbonamento e documento d’identità, potranno scegliere di avere il rimborso per contanti o, in alternativa, un buono spesa da utilizzare per l’acquisto di merchandising o biglietti/abbonamenti per la prossima stagione». La nota del 29 maggio si chiudeva con la speranza di avere entro il 15 giugno certezze sul futuro, per «rimborsarvi non solo per ciò a cui siete stati costretti a rinunciare ma anche di premiarvi per il vostro affetto. Se entro quella data non riusciremo a darvi certezze sulla prossima stagione, procederemo ai rimborsi, col dispiacere di non aver potuto fare di più».