Via Tiepolo
COMUNE Centinaia di migliaia di euro nel corso degli anni dati alla onlus che si occupa della gestione della struttura. Dubbi sulle spese sostenute. E l’assessorato dà una sforbiciata ai costi
Gestire e far funzionare la casa albergo di via Tiepolo? Un affare, con denari sonanti –un fiume –fuoriusciti dalle casse comunali negli ultimi tre anni. Esattamente 422.400 euro, da agosto 2010 a agosto 2012, finiti tutti alla cooperativa sociale L’Immacolata Onlus. Più altri 104mila euro, frutto di tre proroghe, decise da palazzo Bacaredda, negli ultimi otto mesi. La onlus, va detto, ha tutte le carte in regola: vince la gara d’appalto nel giugno di cinque anni fa, quando in via Roma governa il centrodestra. L’appalto (384mila euro) viene vinto dalla coop con un ribasso d’asta del 5,5 per cento. Compiti da svolgere: vigilanza 24 ore su 24 e curare il decoro e la manutenzione ordinaria dell’edificio. Un fiume di soldi, comunque, pagati dall’assessorato alle Politiche sociali. La vicepresidente de L’Immacolata è la pedagogista Tiziana Terrana, che è anche consigliere comunale del Pdl a Monserrato e responsabile provinciale per le Pari Opportunità. Un contesto, quello della casa albergo di via Tiepolo, tutt’altro che regolare. La struttura, tre piani e trentasei stanze grandi al massimo 25 metri quadri, viene aperta nel 2001, per ospitare persone in situazione di emergenza. Oggi, 102 inquilini (quasi tutti senza lavoro, tra loro molte famiglie e bambini) vivono senza pagare luce e acqua da anni, ben oltre quei due stabiliti nel regolamento comunale stilato tredici anni fa, ma mai rispettato. Col regolamento all’esame della commissione Politiche sociali, per la parte della gestione a luglio c’è una “proce - dura a evidenza pubblica”, per un nuovo contratto di due anni, deciso con una determina delle Politiche sociali il 27 febbraio. I costi li rende noti Ersilia Tuveri, dirigente delle Politiche sociali: «Nel 2010 sono stati dati 70.400 euro, nel 2011 si sale a 211.200, l’anno scorso 140.800. Abbiamo ottimizzato il servizio, elimi- nando alcune figure specifiche delle quali si poteva fare a meno. Chi abita nella casa albergo doveva essere messo in graduatorie per alloggi popolari », dice, «o in progetti di accompagnamento all’inclusione abitativa. Bisogna capire il futuro della struttura ». La Tuveri racconta anche le varie criticità riscontrate: «Abbiamo sollecitato il servizio comunale tecnologico per l’impianto di raffreddamento che è guasto, il ripristino della videosorveglianza, oltre a far mettere contatori di luce e acqua. Inoltre, la sala cucina è uno spazio in comune, ma gli inquilini non l’hanno mai concepita in questo modo. In capo all’amministrazione comunale ci sono le manutenzioni straordinarie e la verifica delle esigenze degli utenti». E l’assessore alle Politiche sociali, Susanna Orrù, definisce la casa albergo di via Tiepolo «una anomalia, anche i costi per la cooperativa sono eccessivi. La struttura non ha mai funzionato come posto di emergenza, in tanti vivono lì da sempre. Bisogna fare un ragionamento politico», afferma, «decidere se mantenerla come realtà per emergenze o farci vivere solo nuclei familiari ridotti».
Paolo Rapeanu