Grido dall’allarme: «Azzerati i progetti contro le povertà estreme». Sassari è la città più penalizzata
CAGLIARI. L’Irap più leggera darà certo una mano alle imprese, ma rischia di essere una mazzata per chi combatte già a mani nude contro la crisi: i Comuni.Perché da sempre sono loro, i municipi, a contrastare sul campo il triste fenomeno delle povertà estreme, in aumento purtroppo, e anche della disoccupazione e dei licenziamenti. Lo fanno, o ci provano a farlo, con un’infinità di interventi tampone sul territorio. Ma il taglio dell’Irap, nei fatti, quello che darà alle imprese, finirà per toglierlo a a chi sta peggio, visto che il fondo per le povertà estreme è finanziato proprio dall’imposta ridotta dal Consiglio regionale.
Tirate le somme di quella che i Comuni hanno ribattezzato «un’operazione da Robin Hood al contrario», sono ben 7 i milioni che sono stati sottratti con la Finanziaria, agli interventi per contrastare la dilagante disgregazione sociale. A denunciare quella che pare una follia sono stati i portavoce dell’Anci Sardegna (è l’associazione dei Comuni): Cristiano Erriu, presidente, e Umberto Oppus, direttore generale. La loro è stata un’analisi spietata di come i Comuni sono ormai a un passo dal dissesto economico e, allo stesso tempo, continuano a essere lasciati da soli in prima linea. Su 337 amministrazioni comunali sono addirittura 319 quelle che saranno costrette a «stringere i cordoni della spesa sociale» proprio a causa dell’Irap più leggera, mentre solo 18 (fra cui Cagliari, Oristano e Nuoro) ci guadegneranno. Il caso più eclatante di chi ci perde è Sassari: avrà 400 milioni in meno ed è il Comune più penalizzato, nel confronto fra quello che incassava prima (un miliardo e 700 milioni) e quanto risparmierà con la riduzione dell’imposta, un miliardo e 300 milioni. Non stanno meglio Alghero, Olbia e Quartu (-300 milioni a testa), Assemini (-200) e Iglesias (-100), ma sono soprattutto i contraccolpi sulle amministrazioni più piccole a preoccupare l’Anci: «In alcuni territori – ha detto Erriu – è sempre più alto il rischio che salti la coesione sociale e sempre a causa della disoccupazione e della povertà, e se ai Comuni strappano dalle mano i pochi strumenti, leggi soldi, per arginare questo malessere, quel pericolo diventerà presto una certezza».
Lo diventerà perché i sindaci – ha aggiunto Umberto Oppus – non solo avranno sette milioni in meno dall’Irap, ma non avranno più neanche i 34 milioni destinati un tempo ai cantieri comunali (sono i progetti che permettono le assunzioni a tempo), oppure non possono contare più sull’Imu, mentre lo Stato continua a incassare quella che non ha sospeso sugli esercizi commerciali e, come se non bastasse, la Regione ha bloccato ancora il 40 per cento dei trasferimenti agli enti locali. In una frase sola: «Se ci aggiungiamo i vincoli del Patto sociale interno, anche se ha i soldi non li puoi spendere, ci sono i Comuni ormai condannati a morte sicura». Per uscire dal tunnel, Erriu ha chiesto alla Regione di recuperare come minimo i 7 milioni ex Irap e la soluzione è «recuperarli dalla super capitalizzazione di molti organismi regionali, come la Sfirs, o ri- mettere finalmente in circolo la massa di residui passivi, che sono i soldi non spesi proprio dalla Regione». L’ultimatum lanciato dall’Anci, che ieri ha approvato un duro documento, è chiaro: «O la Regione trova una via d’uscita, o i sindaci marceranno su Cagliari». (ua)