La riduzione delle aliquote dell’Irap per imprese e enti locali – prevista dalla Finanziaria regionale - rischia di essere inutile. La stessa Regione taglia i fondi destinati alle povertà estreme. E quasi tutte le amministrazioni comunali isolane vedono all’orizzonte il rischio di una crisi sociale. Con i sindaci visti come i “cattivi ” che mettono le mani nelle tasche dei cittadini senza dare nulla in cambio. Le cifre, nero su bianco, parlano chiaro e i tagli sono elevati. Trentaquattro milioni in meno per i cantieri comunali, oltre sette per le povertà estreme, e i Comuni possono gestire direttamente 260 milioni di euro, contro i 436 dell’anno scorso. Motivo: la Regione non ha ancora trasferito il quaranta per cento delle risorse del fondo unico. Un fiume di denaro non arrivato nelle casse comunali. Nel 2012 il totale delle assegnazioni dell’imposta regionale sulle attività produttive è stato di 24 milioni e 369mila euro, ma i Comuni intascano solo 17 milioni e spiccioli. Un taglio netto di 7 milioni e 310mila euro. Su 377 comuni, solo diciotto rientrano nella fascia di “amministrazioni con risorse in aumento”. Comunque insufficienti a far quadrare i conti alla voce “sociale”. L’allarme lo lancia l’Anci Sardegna: positivo il taglio dell’Irap, ma se la Regione non inserisce nel collegato alla finanziaria i fondi necessari per le povertà estreme c’è il rischio di una carneficina sociale. Con un ordine del giorno votato all’unanimità, i sindaci chiedono anche un vertice urgente col Governatore regionale Ugo Cappellacci e l’avvio di un percorso condiviso con attori economici e sociali per trovare soluzioni.
Cagliari rientra tra i diciotto comuni col segno più, ma non c’è di che sorridere. Il taglio dell’Irap porta un risparmio di 2,3 milioni di euro, ma c’è il doppio taglio di un milione e settecentomila euro per le povertà estreme e 1,9 milioni per i cantieri. «Inutile avere 988mila euro da un lato, se la Regione ce ne toglie 3,6 dall’altro. Siamo in seria difficoltà», dice il sindaco Massimo Zedda, «abbiamo il blocco delle assunzioni, possiamo creare cantieri comunali solo per l’ordinaria amministrazione. La regione metta i fondi, o ci sarà una forte sofferenza». Netto anche il presidente dell’Anci, Cristiano Erriu: «I comuni non possono assistere i poveri e non hanno potuto certificare i debiti perché le imprese non hanno fatturato, perché la regione non ha trasferito i fondi. Viviamo una crisi economica che morde i polpacci di tutti, con nuove fasce sociali di poveri», dice Erriu, «la Regione trovi i fondi nelle pieghe del bilancio, magari grazie alla Sfirs, largamente capitalizzata. Giunta e consiglieri regionali si mettano nei nostri panni». E Angela Quaquero, presidente reggente della Provincia, osserva che «è urgente trovare una soluzione trovando risorse per la solidarietà, è necessario. Senza il fondo per le povertà estreme ci sarebbe un grave passo indietro nelle politiche sociali». P. R.