Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Perdite di gas per 700mila metri cubi»

Fonte: La Nuova Sardegna
26 novembre 2008

MERCOLEDÌ, 26 NOVEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

Nel 2006 la rete di tubazioni per l’aria propanata realizzata da Isgas avrebbe funzionato come un colabrodo


Il Comune non intende pagare i 37 milioni della transazione e rilancia




MAURO LISSIA

CAGLIARI. Soltanto nel 2006 le perdite di gas nella rete cittadina sono state pari a 700 mila metri cubi, pari al venti per cento del prodotto distribuito in rete. Non è la denuncia di un’associazione ecologista ma è l’amministrazione comunale a sollevare d’improvviso un problema che appare piuttosto preoccupante. Strano che venga fuori soltanto adesso che Comune e Isgas, la società che gestisce la rete dell’aria propanata in città, sono ai ferri corti per via di quei 37 milioni da pagare. Peraltro viene fuori in una sede giudiziaria, perchè sono i legali incaricati dalla giunta Floris - gli avvocati Antonello Angioni e Carla Curreli - a segnalare le perdite di gas fra le numerose altre presunte inadempienze contrattuali di cui la società controllata per il 95% dalla potente cooperativa rossa Conscoop di Forlì si sarebbe resa responsabile nel corso dei lavori di realizzazione della rete cittadina e della sua gestione. In quella che tecnicamente si chiama domanda riconvenzionale i due legali non solo negano qualsiasi debito da parte del Comune nei confronti di Isgas, nonostante una transazione del 19 maggio 2005 deliberata dalla giunta comunale il 31 marzo precedente imponga all’ente pubblico il pagamento di 37 milioni sui 40 dovuti. Ma dopo aver enumerato i lavori eseguiti irregolarmente da Isgas, chiedono che sia la società privata a pagare tre milioni e 254 mila euro per aggi non corrisposti sul fatturato del gas.
Ma vediamo quali sarebbero i problemi riscontrati dai tecnici comunali sui lavori conclusi alla fine del 2006, con due anni e mezzo di ritardo sul termine stabilito nel contratto. A parte le perdite - sostengono gli avvocati - Isgas «non ha riempito in tutto o in parte gli scavi che ospitano le tubazioni (dell’aria propanata) con materiale idoneo sulla base delle previsioni di capitolato». Secondo i due legali «l’inidoneità dei ripristini stradali ha provocato in molte zone della città affossamenti di ampi tratti di manto stradale». Un dato questo del tutto inedito, di cui il Comune si è sempre ben guardato da fornine comunicazioni ai cittadini. Ma non è finita: nell’atto di costituzione in giudizio si parla di mescole inadatte per gli ‘alvei’ delle tubazioni, al punto da affermare che «Isgas ha realizzato o fatto realizzare opere nel complesso tecnicamente non idonee essendosi verificate, per ammissione della stessa concessionaria, nella rete cittadina perdite di gas per 700 mila metri cubi». Ma c’è dell’altro ed è materiale che potrebbe suscitare l’interesse del procuratore aggiunto Mario Marchetti, cui il Comune si è rivolto perchè verifichi se nella vicenda sia tutto regolare. Per esempio i due avvocati segnalano come nell’esame dei costi che hanno concorso alla determinazione delle perdite, quelle che il Comune dovrebbe ripianare, sia stata inserita la parcella dell’avvocato Renato Docimo di Ravenna, autore di una consulenza legata alla proposta di transazione del 2005: si tratta di 469 mila euro fatturati nel 2005-2006. Ancora: con un contratto datato 7 aprile 2003 «Isgas ha affidato a Conscoop (titolare del 95% del capitale di Isgas) la fornitura delle tubazioni d’acciaio e dei contatori del gas necessari per la realizzazione del secondo stralcio della rete di distribuzione» e «dai documenti acquisiti i prezzi di vendita praticati da Conscoop a Isgas non risultano assolutamente congrui, posto che in presenza di forniture di tale entità era possibile spuntare sul mercato prezzi di assoluto favore». Al contrario lo sconto ottenuto da Conscoop è soltanto del 3,13% contro quello medio nazionale che - stando agli avvocati del Comune - arriva al 33%. Come dire che Isgas avrebbe pagato la fornitura il 30% in più di quanto avrebbe potuto. Molto strano, ancora una volta, che l’amministrazione Floris sembri accorgersi soltanto adesso di questi aspetti poco chiari: quando sindaco e assessori si sono trovati davanti agli occhi una transazione da 37 milioni hanno firmato con tranquillità la delibera destinata a darle il via libera.
Ora si tratta di attendere la decisione del giudice Grazia Bagella, che dovrebbe arrivare in primavera. Nel frattempo la Procura dovrebbe esaminare la vicenda e quando c’è di mezzo la magistratura penale le sorprese possono essere sempre dietro l’angolo.