TEATRO. Sovrintendente nel mirino
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I sindacati dei lavoratori del Teatro Lirico tornano alla carica e chiedono di nuovo le dimissioni della sovrintendente Marcella Crivellenti. Lo scrivono in un comunicato i rappresentanti di otto sigle sindacali e le Rsu: vorrebbero l'addio della numero uno di via Sant'Alenixedda in tempi brevissimi e magari prima del prossimo Consiglio di amministrazione.
Tutto questo, spiegano i rappresentanti dei dipendenti, per consentire le «riaperture delle procedure per la scelta di un valido sostituto in possesso dei requisiti richiesti e fondamentali per il rilancio di un Teatro sull'orlo di una crisi irreversibile». Nel mirino anche le ultime dichiarazioni della stessa Crivellenti sui dati di botteghino degli spettacoli. I sindacati chiariscono, inoltre, quali sono i principali compiti del Sovrintendente: dalla predisposizione dei bilanci alla creazione di «percorsi artistici validi» passando per un dialogo costante con Cda, soci, sindacati e lavoratori. Compiti disattesi, a parere delle Rsu: per questo ora arriva la richiesta di irrevocabili dimissioni.
Nel mirino anche Massimo Zedda, sindaco e presidente della Fondazione, complice, secondo i sindacati «dell'inerzia gestionale che sta portando il teatro sull'orlo del baratro». Secondo i sindacati «il manifesto disprezzo del presidente nei confronti dei lavoratori ed il fallimento delle sue scelte, si sono palesati agli occhi di tutti e lo dimostra il fatto che, nonostante fosse presente all'interno del Municipio durante la manifestazione, non abbia sentito il bisogno di confrontarsi con i lavoratori e con le rappresentanze sindacali».
Alla Crivellenti i sindacati contestano le «auto-lodi per il proprio operato» contenute in una nota seguita alla manifestazione dei lavoratori davanti al Municipio e le ricordano che i dati del botteghino certificano la presenza di soli 160 spettatori nelle due giornate del balletto “Le Nuits”.
I lavoratori accusano Marcella Crivellenti di «pressapochismo, incompetenza gestionale, superficialità e mancato raggiungimento degli obiettivi» a causa dei quali potrebbe essere decretato «il declassamento della Fondazione» con un conseguente taglio dei finanziamenti, che andrebbe lentamente verso la morte.