Il corteo, partito da via del Collegio alle 16.30, ha percorso viale Regina Margherita, via Roma per poi rientrare nel quartiere Marina e sbucare in via Manno, per andare contro l'azione di Lotta Studentesca che aveva chiuso simbolicamente tre scuole
Andrea Deidda
In duecento per dire basta al razzismo e chiedere diritti uguali per tutti. Dopo il blitz di Lotta Studentesca che una settimana fa aveva chiuso simbolicamente tre scuole medie, i rom sono scesi in piazza sfilando in corteo nel centro della città.
Un anno fa la chiusura del campo dei veleni sulla 554, oggi la scuola per uomini, donne e bambini: per la prima volta a Cagliari, riunita sotto l’associazione “Dosta”, la comunità rom è scesa in piazza, accompagnata da altri cagliaritani e stranieri, “per dire no al razzismo e chiedere diritti uguali per tutti”. L’ex campo sosta è ormai un ricordo ma sradicare luoghi comuni e discriminazioni non è semplice: accusati di vivere in ville e ricevere privilegi dopo l’avvio del piano di inclusione sociale messo in piedi da Comune e Caritas, loro non ci stanno.
Così dopo l’ultima messa in scena a sfondo razzista di "Lotta Studentesca", che ha chiuso simbolicamente tre scuole medie di Cagliari (la Manno, il Cima e Pier Luigi da Palestrina) con del nastro biancorosso e volantini "Stop ai rom. Prima gli studenti cagliaritani" e "Scuola gratis? Diventa rom", hanno deciso di dire basta e l’hanno fatto pubblicamente, per le strade di Cagliari, sostenuti da decine di associazioni cittadine, immigrati, consiglieri comunali di centrosinistra e per la Giunta l’assessore alle Politiche Sociali, Susanna Orrù: “La scuola è un diritto di tutti, è troppo importante. Chiuderla sarebbe una barbarie” questo il commento di Ratko Halilovic, presidente dell’associazione Dosta. “La contestazione di Lotta Studentesca - è scritto in un comunicato - è pretestuosa e fuorviante perchè vuole mettere il diritto allo studio degli studenti cagliaritani in conflitto con il diritto allo studio di altri cittadini che a cagliari vivono e risiedono da lungo tempo. E’ in realtà evidente che i contenuti hanno un fondamento razzista e discriminatorio, e usano inesattezze e falsità anche ai fini di un attacco politico contro la giunta comunale”.
Presente anche Antonello Pabis, rappresentante dell’Asce (Associazione Sarda contro l’Emarginazione): “I rom rivendicano diritti per tutti, non privilegi non case ma uguali diritti”. Pabis tuttavia fa capire che il cammino verso l’inclusione sociale è appena iniziato e non mancano critiche: “I protagonisti principali devono essere i rom, noi non li ascoltiamo. Vogliamo discutere e concordare azioni positive oppure si vuole fare l’inclusione senza farli partecipi?”.
Il corteo, partito da via del Collegio alle 16.30, ha percorso viale Regina Margherita, via Roma per poi rientrare nel quartiere Marina e sbucare in via Manno. Non è confluito davanti al Municipio, dove era in corso una raccolta firme organizzata da La Destra. La questura ha preferito evitare il faccia a faccia, così la manifestazione si è conclusa in piazza Yenne.